sabato 7 novembre 2009

GIAMBATTISTA VICO CORSI E RICORSI STORICI?

Tengo a precisare che ogni cosa che viene detta in questa articolo e' da considerarsi apolitica e a puro scopo di comprensione di meccanismi della comunicazione.

Nell'articolo

RIFLESSIONI PNL:riconoscere la manipolazione

vi ho chiesto cosa poteva esserci di manipolatorio nel trasmettere su un canale prima il documentario "I discorsi del Duce" e di seguito "La crisi del 1929".

Devo dire che la maggior parte di voi ha dato la mia stessa lettura.

Mentre stavo pulendo il vetro del camino, sabato scorso, il televisore era sintonizzato su Rai Storia, i bambini stavano giocando ai videogiochi immersi completamente nel loro mondo virtuale.

Comincia il documentario sui discorsi del Duce, Milano, Venezia ecc. e mi accorgo che intorno a me c'e' silenzio, i videogiochi sono muti e i miei figli sono entrambi ipnotizzati, fermi a fissare in religioso silenzio e con la massima attenzione un uomo prima milanese, poi veneziano, torinese, poi agricoltore, soldato, meccanico, studente, italiano....... .(ricalco)https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR64YphzogGTH6DIhX75RptCR07N46k9c5JQZK3alDj9wXjU6EsRKGdFla_v8IDPWQuJnFRS2KUT1WLyJvqL5HZ-ElpD1tH0PhHKw8cOk1NBNdqtVPgr9oat80ERaq-Azlj1GwsHXaEsev/s400/PNL_ricalco_rapport.jpg

Anch'io nell'ascoltare i discorsi e analizzando il paraverbale e il non verbale ho cominciato a provare delle strane emozioni, imbarazzo forse.
Quelle parole, promesse, frasi io le avevo gia' sentite.
Nel 1930?
No
Li sento tutti i giorni al telegiornale dai politici.
Video

Par condicio

Video



"Era indispensabile la mia scesa in campo? Sììì. Avete fatto bene a seguirmi?
Sììì. Questi anni di battaglie sono stati utili? Sììì. Sono state battaglie
invano? Nooo. Vale la pena proseguire il cammino? Sììì."

Parole simili le ho sentite anche sabato nel documentario
l'imperiosa richiesta per la fondazione dell'Impero il 9 maggio 1936: Ne
sarete Voi degni? E il boato di piazza Venezia: Sììì. Per trovare altre
performances, sono andato indietro con la moviola, ai discorsi per il
Decennale del regime fascista: 22 ottobre 1932 a piazza Venezia, 23 ottobre
a Torino, piazza Castello, e il giorno dopo alla Fiat. Il 25 a piazza del
Duomo a Milano, il 27 a Roma all'assemblea dei mutilati, il 30 a Forlì, il
31 a Monza, il 3 novembre ad Ancona.

Venendo tra voi, ho mantenuto la mia promessa: ne avevate dubitato? Nooo.
Non credete che io mantenga sempre le mie promesse? Sììì.
Bisogna arrivare al culmine del dramma, il 10 giugno
1940, per trovare una serie quasi di politica contemporanea di domande e risposte, anzi
di ordini perentori e dichiarazioni di obbedienza: Popolo italiano, corri
alle armi (Sììì) e dimostra il tuo coraggio (Sììì), la tua tenacia (Sììì),
il tuo valore (Sììì). Così un popolo accecato da quattro Sììì ha la testa
nelle fauci del mostro e paga con cinque anni di guerra, morti, fame,
distruzioni.

Non solo.
Mi si e' gelato il sangue nel confronto della identità del pensare politico: la cultura del «fare», il disprezzo per la politica,
l'esaltazione dell'inesistente ("Voi avete assistito oggi a una imponente
dimostrazione della forza e della preparazione militare dell'Italia"). E poi
la cultura del Nemico (ieri, demoplutogiudaicomassonico, oggi
comunistamagistratooppositore).
La cultura del sabotaggio, per cui c'è sempre qualcuno (opposizione e l'euro, antifascsciti e fuoriusciti) che opera per
ritardare i traguardi luminosi del governo.
Esemplare il discorso di Littoria, con cui il duce chiuse le celebrazioni del decennale il 18
dicembre 1932 e consegnò le prime 450 case coloniche e il nucleo centrale
della città, la Torre Littoria, la Casa del Fascio.
Indicò le successive scadenze: altre 4500 case coloniche nell'agro di Littoria, poi la seconda
città, Sabaudia, e ancora la terza, Pontinia. «Ma occorre che tutti ci
lascino intenti al nostro lavoro». Come quando oggi ci si scaglia contro il
"teatrino della politica".
Qui non si parla di alta politica e strategia,
qui si lavora.

Non disturbate il manovratore. Dategli leve, marce, volante, premierato
forte.

E

se dopo tutto cio ci mettiamo la crisi del 1929

e

attualizziamo il tutto.....
il nostro cervello fa 2+2=4.
Ed e' qui la manipolazione.
Se chi ci governa e' uguale al Duce che ha portato distruzione e morte e la crisi del 1929 e' uguale a quella di oggi e il governo sta utilizzando gli stessi sistemi anticrisi del '29
rivelatesi errati............che cosa fate?
Seguite l'ONDA nuova e ....... rileggete l'articolo tra 5 anni.
"Corsi e ricorsi storici". Ciò non significa, come comunemente si interpreta, che la storia si ripeta. Significa, piuttosto, che l'uomo è sempre uguale a se stesso, pur nel cambiamento delle situazioni e dei comportamenti storici.
Ciò che si presenta di nuovo nella storia è solo paragonabile per analogia a ciò che si è già manifestato. Così, ad esempio, ad epoche di civiltà possono seguire epoche di "ritornata barbarie"; ad epoche nelle quali più forte è il senso di una determinata categoria, altre nelle quali si sviluppa maggiormente un altro aspetto della vita.
La storia, dunque, è sempre uguale e sempre nuova.
Solo cosi' è possibile comprendere il passato, che altrimenti ci rimarrebbe oscuro, perché: "Historia se repetit".
Attendo i vostri commenti e ricordatevi di non sparare sul pianista.

e

studiate perché
e' l'asino che tira il carretto.

http://cervelloipu.blogspot.com/

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