sabato 10 agosto 2013

A volte non e' facile aprire la propria mano .....

A volte non e' facile aprire la propria mano .....



a volte non è facile aprire la propria mano, ma è necessario

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Anteprima - PNL con i Bambini - Guida per Genitori - Libro di Eric de la Parra Paz

Quando un essere umano diventa genitore, una cosa è chiara: non potrà essere mai più la persona di prima. E diventato guida, consigliere, amico, addestratore, compagno, medico, e molte altre cose ancora nei confronti di un altro essere che chiama suo "figlio". Ma sorge una domanda: è pronto per questo compito? Le formule che conosce per trionfare nella vita sono state efficaci? Ricorda che cosa significa essere bambini? E qui che cominciano i problemi... I bambini, nascendo, non arrivano con un manuale di istruzioni, sono qualcosa di più grande di qualunque cosa conosciuta sul nostro pianeta, e quindi occorre una conoscenza precisa dell'identità e dell'essenza dell'essere umano per relazionarci con loro.

Sappiamo davvero che cosa vuol dire essere un bambino? Osserviamo da vicino questa qualità: essere bambini significa credere nell'amore puro, nella bellezza al di là della forma, nelle storie; significa essere così piccoli che fate e folletti possono avvicinarsi e sussurrarci qualcosa all'orecchio; significa trasformare le zucche in carrozze, i topi in destrieri, le meschinità in cose sublimi, un niente nel tutto. Ogni bambino ha dentro l'anima la sua fata madrina che lo guida nel mondo dell'immaginazione, alla scoperta di forme di vita migliori per lo spirito umano perché si basano sulla naturalezza, sulla semplicità, sulla fratellanza e sull'amore. I bambini vivono nell'idea che è questo è un mondo di speranza. Quando un bambino nasce incarna le qualità più elevate della vita, esattamente come una pietra, una pianta e un animale.

Ricordate il detto: Dio dorme nel minerale, cresce nel vegetale, si muove nell'animale, pensa nell'uomo e ama nell'angelo.

Il bambino, nel suo contesto unico, possiede la prima e ultima libertà: arrivare a essere o a non essere.

Tocca a lui scegliere tra il mondo dei vivi o il mondo dei morti viventi; e, anche se possiamo non crederci, è solo questione di scelta. Perché la sua scelta sia quella giusta, il bambino ha bisogno di un premuroso e profondo aiuto da parte dei genitori, degli insegnanti e delle persone che gli sono vicine.

Erich Fromm diceva giustamente che "il tragico destino degli uomini è morire prima ancora di essere nati".Vivere così è il peggiore tradimento nei confronti della vita.

In più occasioni mi è capitato di parlare di un fatto che tutti abbiamo sperimentato nella scuola, ovvero che molti insegnanti ci insegnano delle formule per trionfare nella vita che loro non hanno messo in pratica, poiché, purtroppo, conducono spesso una vita priva di colore e con una visione non molto elevata. Lo stesso accade con i genitori, molti dei quali esigono dai figli comportamenti e atteggiamenti che non hanno mai vissuto né messo in atto.

Questo è precisamente l'obiettivo di questo libro: fornire a chi è diventato genitore una guida che lo aiuti nel compito di enorme responsabilità di educare un essere umano che ha in sé la speranza di piantare nel suo mondo i semi che favoriscano l'evoluzione di un uomo nuovo. Il primo dovere di un genitore o di un educatore è conoscere quel piccolo essere che comincia una nuova vita, aiutarlo a crescere nel massimo rispetto, permettergli di manifestare le sue potenzialità senza soffocarle, senza tradire i motivi per cui è stato messo al mondo.

Chi viene al mondo perde, per il fatto stesso della recisione del cordone ombelicale, il contatto fisiologico con la madre. Ma esiste un altro cordone ombelicale che gli adulti devono evitare di tagliarla qualunque costo e sotto nessun pretesto: la fondamentale parentela con la totalità dell'universo, con tutte le altre espressioni della vita, anche se non sono umane. Chi conserva questo secondo cordone ombelicale per tutta la vita, si nutre di quel meraviglioso quid che lo fa sentire partecipe dell'armonia cosmica e gli consente di sintonizzare il proprio ritmo vitale sul ritmo e sull'armonia della totalità della vita.

Se conserva questo contatto non sarà mai solo, e occorre evitare che i suoi educatori recidano questo secondo cordone con le loro idee, i loro atteggiamenti, convinzioni, valori e modi di vivere. Con il taglio del cordone ombelicale fisico, il bambino viene separato dalla sicurezza materiale, dal paradiso che lo unisce alla madre. Con la recisione del cordone ombelicale spirituale, per chiamarlo così, che lo unisce all'Universo e oltre, l'uomo perde quell'intima respirazione che lo rende libero dall'infelicità, dall'oscurità interiore, dalla solitudine, dalla limitazione e dalla sterilità spirituale.

Sui templi della Grecia antica era incisa la frase: "Uomo, conosci te stesso", perché in questo modo conosciamo anche il mondo e l'Universo. Questo libro si basa su questo principio, della cui verità siamo convinti. Per educare e aiutare i figli nel cammino della vita è importante conoscere prima di tutto noi stessi; solo così potremo aiutare i nostri figli a vivere. L'umanità odierna cammina tranquillamente e inconsciamente verso l'abisso, in cui rischia di precipitare in qualunque momento trascinando con sé i propri figli. L'unica possibilità per evitarlo è fermarsi, radicarsi in un livello più elevato di energia attraverso una lucida consapevolezza, e riflettere umilmente su alcune verità.

L'uomo potrebbe incominciare questo percorso a ritroso, questo ritorno a una vita di saggezza, riconoscendo alcuni errori di base troppo importanti per continuare a ignorarli, creando di nuovo un giusto rapporto con i piccoli e innocenti rappresentanti della nostra specie (i bambini), e riallacciando il dialogo con la vita che ha interrotto da tanto tempo. E interessante come gli adulti si diano continuamente da fare per migliorare il rendimento dei cavalli da corsa allo scopo guadagnare più denaro, creare incroci o modificazioni genetiche per ottenere piante e frutti migliori, più ambiti dal mercato, ma non cerchino di trovare il modo per far evolvere la specie umana.


Non possiamo assolutamente aspettare ancora per dedicarci al compito di creare un nuovo essere umano fin dalla sua più tenera età, perché c'è una risorsa molto difficile da recuperare se la perdiamo: il tempo. Oggi i bambini sono disposti a vivere e a imparare; domani potrebbe essere troppo tardi anche per la speranza che i figli portano con sé: creare un mondo migliore.