domenica 24 febbraio 2019

Comunicare con l'inconscio

Comunicare con l'inconscio
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Buongiorno a tutti,
articolo 971.

Circa dieci anni fa frequentai un corso a Torino per imparare alcune tecniche di ipnosi clinica e in quell'occasione mi venne regalato un pendolino.
Il pendolo si muoveva solo sotto effetto ideomotorio.
L'effetto ideomotorio è una reazione inconscia generata dalla mente che produce un effetto meccanico sul corpo, e serve a dimostrare scientificamente fenomeni medianici apparentemente inspiegabili. 
Il termine ideomotorio infatti si compone di due significati: il primo è “idea” o di “relativo all'idea”, il secondo "motorio", riguarda la trasmissione del moto. 
Ideomotorio si riferisce quindi a un'idea che genera movimento, movimento generato da un'idea. In ipnosi è il processo con cui un pensiero o un'immagine mentale generano movimenti involontari, al di fuori della coscienza del soggetto.


Proviamolo con il pendolo di Chevreul: Disegniamo un cerchio che contiene al suo interno una croce su di un foglio o stampate questa immagine, 
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poi con un chiave ed uno spago creiamo un pendolo. 
Teniamo sospeso la chiave sopra il punto centrale del foglio di carta e ci facciamo una domanda tipo: "Mi chiamo (......vostro nome)?" e aspettate .... evitate di fare domande stupide tipo  "oggi o domani pioverà?" in quanto nessuno di noi conosce il futuro e quindi ci sarebbe una risposta stupida.
Potete anche semplicemente chiedere al pendolino di girare (continuate a ripetere gira, gira, gira)
Per risponderci "sì" il pendolo dovrà oscillare in senso orario, e per dire "no" dovrà farlo in senso antiorario. 
Mentre terremo il pendolo sospeso senza appoggiare nessuna parte delle braccia al tavolo, noteremo che esso risponderà alla nostra domanda. 
Ciò che abbiamo appena sperimentato è l'effetto ideomotorio (anche conosciuto come effetto Carpenter dal medico psicologo inglese William Benjamin Carpenter che studiò il fenomeno nel 1852), un'azione autogenerata inconsapevole; poiché non si ha l'impressione di averli generati volontariamente, si può essere sinceramente convinti che una forza esterna ne sia responsabile.
Quindi a cosa può servire?
La nostra mente è composta da due parti: la mente conscia e la mente inconscia.

La mente conscia analizza, critica e pensa in modo logico per tutto il giorno. È in grado di gestire solo una porzione di idee per volta, motivo per cui la maggior parte della nostra vita è controllata dalla mente inconscia.
Da qui passano pensieri ed azioni volontarie.

La mente inconscia è quella in grado di elaborare milioni di messaggi al secondo provenienti dall'ambiente esterno. È la fonte della creatività ed è la sede del “pilota automatico” che serve per vivere la vita di tutti i giorni.
Qui nasce il pensiero creativo, l'istinto, l'intuizione, azioni e pensieri involontari, emozioni, fantasie, convinzioni limitanti, abitudini, memorie cariche emotivamente, desideri e obiettivi, valori e opinioni, bisogni insoddisfatti, schemi di pensiero, linguaggio disfunzionale, metaprogrammi, aspettative e doveri, emozioni bloccate e represse, giudizi interiorizzati, traumi e ferite, talenti, corde e legami, programmi biologici di reazione psicosomatica.....ecc..
Secondo Freud Risultati immagini per freud l'inconscio sarebbe la parte più nascosta dove sopravvivono i traumi e i desideri repressi, e che può avere un forte impatto e influenza sulla vita degli individui. 
Quando ciò che ci accade è angosciante e non vogliamo affrontarlo, la nostra mente decide in automatico di reprimere questi ricordi e di immagazzinarli in una zona nascosta chiamata, appunto, inconscio. 
Tuttavia, questi pensieri non scompaiono. 
Al contrario, l'inconscio influenza costantemente il nostro modo di pensare e di agire, a volte attraverso i sogni e in altri casi attraverso l'apparizione di un vero e proprio disturbo psicologico.
Bene.....
Torniamo ora a come possiamo in modo casalingo accedere all'inconscio.
Per sapere come la pensa il vostro inconscio riguardo a decisioni che state prendendo semplicemente chiedeteglielo.....
mettete il foglio su un tavolo e posizionatevi sopra con il pendolino.
Ora vi basta chiedere ...... fate domande che prevedono come risposta un si o un no.
Ripetete la domanda fino a quando il pendolo non comincia a muoversi.
E ..... attendete.
Fatelo ed inizierete a conoscere la parte più nascosta di voi stessi.
Buon divertimento.

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domenica 3 febbraio 2019

Narcisisti ...... e la loro guerra psicologica

Narcisisti ...... e la loro guerra psicologica
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Buongiorno a tutti,
articolo 970.

I narcisisti chi sono?
Quali sono le basi della loro personalità?
Dietro questa maschera il narcisista patologico presenta solitamente una fragile autostima che lo rende vulnerabile a quelle che lui percepisce come critiche.
Credono che gli altri li invidino, ma sono ipersensibili alle critiche, ai fallimenti o alle sconfitte.
Alla dimensione rappresentata dalla tendenza alla grandiosità, unicità e superiorità, si contrappongono, quindi, sentimenti di inferiorità, fragilità, vulnerabilità e paura del confronto.
Quando si trovano di fronte all'incapacità di soddisfare l’elevata opinione che essi hanno di sé, i narcisisti possono arrabbiarsi, sviluppare attacchi di panico, ansia, deprimersi profondamente o, addirittura, tentare azioni autolesive, senso di vuoto e di insoddisfazione, depressione o ipomania, ideazione suicidaria, derealizzazione, disforia.
Quindi creiamo una regola generale:
se volete sapere la personalità di chi avete davanti osservatelo, ascoltatelo e poi immaginatevelo esattamente il contrario di ciò che avete percepito.
Proseguiamo......
I narcisisti spesso mancano di coscienza, sono tendenzialmente assorbiti da fantasie di grandiosità e successo illimitato, spesso manifestano un bisogno quasi esibizionistico di attenzione e di ammirazione da parte degli altri. Inoltre, queste persone sono incapaci di riconoscere e percepire sia le valutazioni che i sentimenti degli altri (lettura della mente altrui e empatia), tendono a sfruttare il prossimo per raggiungere i propri scopi, così come a disprezzare il valore dell’operato altrui. quindi salire sul ring con uno di loro è come portare un coltello a una sparatoria.
Prendendo spunto dalla crudeltà e dall'abuso come se fosse un loro diritto, il narcisista ferisce facilmente una persona con una coscienza che spesso si sente in colpa per aver sparato.
La colpa perpetua sentimenti di responsabilità e insicurezza, spesso causando alla persona con la coscienza la voglia di arrendersi.
Quindi, come fa una persona a creare una lotta leale?
Il modo più efficace è comprendere appieno l'arma più letale del narcisista, l' identificazione proiettiva, e disarmarlo.
Cos'è l' identificazione proiettiva?
Il concetto di identificazione proiettiva è stato formulato dalla psicoanalista Melanie Klein in Note su alcuni meccanismi schizoidi (1946) per spiegare un meccanismo di difesa, caratteristico della posizione schizoparanoide, in cui è attivo il fantasma di introdurre sé, o parti scisse di sé all'interno dell'oggetto (madre o caregiver) al fine di possederlo e controllarlo. Ciò conduce a una “particolare identificazione”. Per meglio inquadrare e definire il concetto kleiniano di identificazione proiettiva in tutti i suoi aspetti è indispensabile considerare il contesto e le condizioni nelle quali l'autrice lo inscrive. Le condizioni iniziali di vita del bambino si realizzano nel contesto paradigmatico della relazione oggettuale, presupposto teorico fondante nel pensiero kleiniano. Sono le condizioni della primissima infanzia, che è dominata dalla pulsione di morte, dalla prioritaria necessità di integrazione dell'Io e dal dominio delle pulsioni libidiche e distruttive, ad essere prese in esame e a guidare la lettura del fenomeno così come la Klein lo ha descritto.

Il meccanismo di difesa individuato da Melanie Klein è stato successivamente riconsiderato da numerosi autori soprattutto per le implicazioni nel setting terapeutico (Herbert A. Rosenfeld, Hanna Segal) e per la funzione della identificazione proiettiva nella comunicazione umana (Wilfred Bion).

È davvero incredibile quanto possa essere ingiusto, subdolo e malizioso un narcisista, e raramente provano il vero rimorso per le loro azioni.
Deformando, distorcendo e proiettando prontamente, alterano la loro percezione della realtà, liberandosi dalla responsabilità e proiettando contemporaneamente la colpa su un'altro.
La loro linea di meccanismi di difesa inconscia opera come un campo di forza attorno al loro ego, che allontana sentimenti profondi e sinceri di rimorso, intuizione, introspezione e responsabilità.
Quindi, sentono di non sbagliare mai.
Le proprie esigenze vengano prima di ogni altra cosa; e sostengono, inoltre, che il loro modo di vedere le cose sia l’unico giusto universalmente.

Occasionalmente, quando la loro schiena è contro il muro, il narcisista può comportarsi come se provassero sincero rimorso.
Tuttavia, questo può essere un trucco per riconquistare la fiducia della persona che stanno manipolando.
Inoltre, operando da una posizione vittima lo assiste nel controllare gli altri attraverso il senso di colpa.

L'identificazione proiettiva è il più potente meccanismo psicologico dell'arsenale del narcisista.
È ciò che crea la chimica tossica che incatena psicologicamente un empatico a un narcisista. Proiezione, che è il primo componente dell'identificazione proiettiva, è un termine psicoanalitico usato per descrivere il processo inconscio di espellere le proprie qualità intollerabili e attribuirle a qualcun altro.
Ad esempio, un individuo che agisce regolarmente da maleducato può chiamare qualcun altro maleducato.
Questa persona non vede la qualità in se stessa ma la percepisce negli altri.
I narcisisti utilizzano regolarmente questo meccanismo di difesa.
Nelle coppie si sente spesso il narcisista nel rapporto "diagnosticare" il partner come narcisista.

Identificazione è il secondo componente ed è il ruolo di empatico.
L'energia originariamente investita sull'Io può essere orientata diversamente: l'amore di se stesso si comunica agli "oggetti"  (cose o persone)  che in qualche modo il soggetto ha "fatto propri". Tali oggetti assumono quindi un valore particolare, acquistano virtù speciali. Per il narcisista, il valore delle cose e delle persone dipende essenzialmente dal fatto che  "sono sue".
Come risultato di questo l'empatico assorbe inconsapevolmente le proiezioni dal narcisista e le identifica inconsciamente come proprie.
Mentre il narcisista proietta le sue qualità vergognose sull'empatico, l'empatico si sente immediatamente, vergognoso , insignificante e incompetente.

Questi sentimenti causano un'enorme quantità di insicurezza nel soggetto che si relaziona con il nostro protagonista.
All'improvviso, lui o lei è vulnerabile nel credere alle distorsioni comunicate dal narcisista.
Alla fine, sono convinti di essere la radice dei problemi nella relazione, così iniziano a soddisfarlo e placarlo dando il controllo al narcisista.
Il narcisista usa così il suo potere per intensificare le tattiche per isolare e causare conflitti con gli amici , la famiglia e le relazioni di lavoro dell'empatico .
Il senso del sé della 'vittima' lentamente si erode e così cominciano a sentirsi dipendenti dal narcisista, intrappolati nel ciclo letale dell'identificazione proiettiva.


Rompere la catena dell'identificazione proiettiva richiede che l'empatico diventi consapevole di questa dinamica inconscia.
Una volta che l'insidioso meccanismo psicologico è illuminato, la consapevolezza empatica li protegge dal credere alle distorsioni del narcisista.
Dopo aver recuperato elementi del loro senso-di-sé che sono stati persi, un empatico ritrova la forza di lottare per lo spazio e l'indipendenza dal narcisista.
Una volta che l'empatico è riuscito a creare una distanza nella relazione, lui o lei è al sicuro dalle proiezioni del narcisista.
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