Personalità
"Grazie per aver chiamato l'Istituto Psichiatrico di Salute Mentale:
Se è ossesso-convulsivo, prema ripetutamente fino allo spasmo il tasto 1.
Se è affetto di personalità multipla, prema i tasti 2, 3, 4, 5 e 6.
Se è paranoico, sappiamo già chi è lei, cosa fa nella vita e sappiamo cosa vuole,
quindi rimanga in linea, finché non rintracciamo la sua chiamata.
Se soffre di allucinazioni, prema il tasto 7 nel telefono rosa gigante che lei (e solo lei) vede alla sua destra.
Se è schizofrenico, chieda al suo amico immaginario di premere il tasto 8 per lei.
Se soffre di depressione, non importa quale numero preme, tanto non c'è niente da fare,
il suo caso è disperato e non ha cura.
Se soffre di indecisione, lasci il messaggio dopo il bip ... oppure prima del bip ... o durante il bip,
insomma scelga lei.
Se soffre di avarizia ossessiva, attenzione, riattacchi subito, questa telefonata è a pagamento
a 500 Euro al secondo.
Se soffre di autostima bassa, per favore riagganci, poiché tutti i nostri operatori sono impegnati
a parlare con persone molto più importanti di lei.
Per personalità ci si riferisce a differenze individuali nei modelli caratteristici di pensare, sentire e comportarsi. Lo studio della personalità si concentra su due grandi aree: una è capire le differenze individuali nelle caratteristiche di personalità particolari, come la socievolezza o irritabilità. L'altra per capire come le varie parti di una persona si riuniscono nel suo complesso.
La personalità nasce all'interno dell'individuo e rimane abbastanza costante per tutta la vita e ora sappiamo anche che la si può' modificare anche dopo i 30 anni.
Questo è esattamente ciò che Boyce et al. (2013) hanno studiato riguardo a tutti e cinque gli aspetti della personalità: apertura, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e, naturalmente, nevrosi. Ciò che si voleva scoprire era se i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni si traducevano in cambiamenti nella sensazione di benessere.
Sono stati usati i dati da una vasta ricerca condotta su una popolazione australiana di 8.625 persone in due anni. Che tipo di cambiamenti vi erano stati in questi due anni nella loro vita? La loro personalità era cambiata? E se si, anche la loro soddisfazione per la vita era ugualmente cambiata?
In primo luogo, si è visto che la personalità è il più forte predittore della soddisfazione per la vita.
Quindi se ritenete di avere una pessima personalità o poco pratica state sereni .... ora sapete che potete migliorarvi.
Analizziamo ora alcune delle caratteristiche fondamentali della personalità:
Coerenza - Vi è generalmente un ordine riconoscibile e regolarità nei comportamenti. In sostanza, le persone agiscono nello stesso modo o modi simili in una varietà di situazioni.
Psicologica e fisiologica - La personalità è un costrutto psicologico, ma la ricerca suggerisce che è anche influenzata dai processi biologici e dai bisogni.
Impatto di comportamenti e azioni - La personalità non si limita a influenzare il modo in cui ci muoviamo e rispondiamo all'ambiente, ma anche induce ad agire in determinati modi.
Più espressioni - La personalità viene visualizzata in più di un semplice comportamento. Essa può essere vista anche nei nostri pensieri, sentimenti, relazioni strette e altre interazioni sociali.
Teorie della personalità
Ci sono una serie di diverse teorie su come la personalità si sviluppa.
Alcuni di questi punti di vista importanti sulla personalità sono:
1. LE TEORIE SOMATICO-COSTITUZIONALISTICHE. Studiano la personalità a partire dalle corrispondenze tra le caratteristiche fisiche di un individuo e quelle psicologiche. Inaugurata da Ippocrate e ripresa da Galeno, questa teoria ha percorso la storia fino a riproporsi oggi nelle tipologie ordinate da E. Kretschmer, W. Sheldon, N. Pende e altri. Siccome questa teoria approda, più che all'individuazione di una personalità, alla costruzione di modelli, notando qui solo che una persona che ha una determinata costituzione fisica e si comporta in conformità alle attese che l'ambiente ha nei suoi riguardi a partire dalla sua costituzione, riceve un rinforzo positivo che favorisce il suo buon aggiustamento con l'ambiente.
2. LE TEORIE FATTORIALI. L'analisi fattoriale è stata applicata allo studio della personalità da R.B. Catteli e da H.J. Eysenck. Secondo Cattell la personalità è ciò che consente di predire quel che un individuo farà in una situazione definita a partire dai suoi tratti che sono le sue strutture mentali che hanno anche una base biologica. Accanto ai tratti di superficie, che sono un gruppo di variabili correlate di scarso interesse perché instabili e variabili da individuo a individuo, esistono tratti d'origine che si ottengono con procedimenti più complessi, ma che sono più utili per la predizione perché più stabili. Tali sono i tratti comuni, come i tratti di capacità, di temperamento, di dinamismo, e i tratti unici, come quelli patologici. Fra i tratti dinamici si distinguono gli ergs che sono innati e identificabili con la costituzione biologica degli individui, e i metaergs che sono acquisiti e si sviluppano progressivamente in interessi, atteggiamenti e sentimenti. Grande importanza assume lo strumento con cui questi tratti sono ottenuti. Catteli distingue in proposito lo strumento «L» o biografico che prevede il giudizio da parte di un osservatore sul comportamento della persona, lo strumento «Q» o di autovalidazione ottenibile mediante questionari e inventari, e lo strumento «T» che si avvale di test obiettivi (Cattell-test16 PF).
Eysenck, partendo dal presupposto che è necessario impostare lo studio della personalità in termini di dimensioni o unità di comportamento determinabili e misurabili, definisce la personalità come «la somma totale degli schemi di condotta dell'organismo attuali e potenziali, ereditari e acquisiti. Essa si origina e si sviluppa attraverso l'interazione funzionale dei quattro settori principali nei quali sono organizzati questi schemi di condotta: il settore cognitivo (intelligenza), conativo (carattere), affettivo (temperamento), somatico (costituzione)» (1947). Eysenck ha definito la personalità così intesa in termini di entità fattoriali a partire da quattro livelli di organizzazione: il livello dei tipi o fattori generali, dei tratti o fattori di gruppo, delle risposte abituali che ricorrono in circostanze uguali o simili, delle risposte specifiche che compaiono un sola volta.
A cavallo tra la teoria costituzionale e la teoria fattoriale si colloca la teoria dimensionale di H. Sjoebring, che fa riferimento al substrato neurofisiologico di cui valuta: l'ampiezza di ogni processo nervoso in base agli elementi che viene a interessare, la sua diffusione, e il grado di resistenza che incontra. Sulla base di questi concetti Sjoebring ha costruito una tipologia a partire da quattro radicali: la capacità che corrisponde all'intelligenza, la validità che si riferisce all'energia dei sistema nervoso, la solidità data dalla costanza della struttura della personalità, e la stabilità proporzionale alla ripetizione che porta all'abituazione.
3. LE TEORIE OLISTICHE. Queste teorie sottolineano l'aspetto unitario della personalità nel suo momento biologico e psicologico e affermano con K. Goldstein, il quale ha compiuto fondamentali ricerche sui cerebrolesi di guerra, che «la legge del tutto governa il funzionamento delle parti, e pertanto è più utile studiare clinicamente e integralmente una persona che non esaminare in molti soggetti una funzione psichica isolata. Nell'evoluzione di una personalità si manifesta più precocemente una condotta concreta che rappresenta una reazione automatica diretta agli stimoli, e successivamente una condotta astratta che è una risposta elaborata e ragionata agli stimoli. In condizioni patologiche l'individuo può perdere la condotta astratta e regredire a quella concreta» (1934). A. Angyal estende il concetto di integrazione all'ambiente in cui l'individuo vive introducendo il concetto di biosfera, che include individuo e ambiente come aspetti di un'unica realtà che solo astrattamente si possono separare. Nella biosfera si riconoscono tre dimensioni:
a) verticale espressa dalla connessione esistente tra condotta esterna e tendenze profonde;
b) progressiva data dall'inserimento di ogni atto in una sequenza di atti finalizzati;
c) trasversale dove ogni atto è inserito in un comportamento integrato.
A . H . Maslow considera la personalità come un'integrazione di needs o bisogni di base, distinti in needs fisiologici come la fame e la sete, needs di sicurezza, di appartenenza, di amore, e needs cognitivi ed estetici (bisogno); mentre P. Lecky individua il tratto di fondo della personalità nella capacità di mantenere un'organizzazione unificata e autoconsistente in un ambiente instabile da cui assimila i valori coerenti a sé, respingendo gli altri.
4. LE TEORIE OGGETTIVISTICHE. Sono teorie promosse dall'esigenza di fondare le proprie teorizzazioni a partire da osservazioni empiriche controllabili sperimentalmente. Rientrano in questo ambito la scuola riflessologica russa e il comportamentismo americano. Partendo dalla psicologia animale, I.P. Pavlov elabora una teoria della personalità a partire dai concetti di forza, che dipende dalla scarsa sensibilità agli stimoli periferici e conseguente soglia sensoriale elevata, equilibrio, correlato ad alcuni indici elettroencefalografici, mobilità, data dalla capacità di rapido adattamento.
In ambito comportamentista, dopo una prima fase legata al nome di J.B. Watson, con J. Dollard e.N. Miller, psicologo sociale il primo e sperimentalista il secondo, s'è tentato un legame tra la dottrina psicoanalitica e la teoria dell'apprendimento. L'elemento fondamentale nella struttura della personalità è l' abito, o habit, che è un'associazione tra uno stimolo differenziato (cue) e una risposta che varia in rapporto all'esperienza individuale. Il fattore dinamico della personalità è il drive o impulso sufficientemente intenso per mettere in moto l'individuo; esso non dirige la condotta ma soltanto la «energizza» costringendo l'individuo a rispondere per ridurre o eliminare l'impulso. Si distinguono drives primari assimilabili con qualche approssimazione all'istinto, e drives secondari acquisiti con l*apprendimento. L'apprendimento si realizza con l'intervento di quattro elementi:
a) il drive che innesca l'azione;
b) il cue che guida la risposta che può essere «diretta» quando segue immediatamente lo stimolo, o «indiretta» quando consente di considerare l'effetto di un'azione prima di eseguirla;
c) la risposte che, con lo sviluppo della personalità, è sempre più influenzata dal tipo di cultura;
d) il rinforzo da cui dipende la possibilità o meno di costruire un abito.
5. LA TEORIA DELL'APPRENDINIENTO SOCIALE. E' stata elaborata da J.B. Rotter che definisce la personalità come «il modo caratteristico di reagire in una situazione identificabile» (1972). Le variabili che intervengono in questa modalità sono: il comportamento potenziale dato dalla qualità di interazione tra individuo e ambiente, l'aspettativa dell'individuo sulla base della sua esperienza passata, il rinforzo il cui effetto è in stretta correlazione alla motivazione. Da questi quattro elementi si possono ottenere delle formule per la predizione di un comportamento diretto a una meta.
6. LE TEORIE PSICODINAMICHE. Queste teorie hanno dato un contributo notevole all'evoluzione della concezione della personalità considerata in relazione alle varie tendenze che sono in equilibrio instabile, per cui il comportamento è il risultato di interazioni di disposizioni diverse spesso in conflitto. Questa conflittualità spiega il carattere dinamico della personalità che affonda le sue radici nei suoi aspetti genetici. Dal punto di vista genetico la personalità, secondo S. Freud, si attesta a vari stadi di equilibrio corrispondenti alle fasi dello sviluppo psicosessuale: fase orale, -> anale, fallica, di -> latenza, genitale, caratterizzate ciascuna da una crisi evolutiva che deve essere superata per il raggiungimento dell'identità personale. Una fissazione a una fase dello svilupo determina un arresto nella maturazione della personalità che si rivelerà, nell'età adulta, con manifestazioni tipiche di quella fase. Dal punto di vista dinamico Freud ipotizza tre istanze dell'apparato psichico che nomina Es dove sono le pulsioni sessuali e aggressive innate, Io che abbraccia l'area della coscienza e presiede il comportamento nel suo adeguarsi a modalità socialmente accettabili, e Super-io che esprime le esigenze della realtà sociale che trova la sua prima incarnazione nella figura del padre. Nell'ultima fase del suo pensiero Freud introduce i concetti di Eros e Thanatos in cui si esprime, rispettivamente, la tendenza alla conservazione dell'individuo e della specie, e la tendenza, tipica di ogni vivente, a tornare allo stadio inorganico.
A queste conclusioni Freud perviene dopo un'evoluzione dei suo pensiero le cui tappe sono analiticamente considerate ed esposte nella voce carattere che è il termine propriamente impiegato da Freud. Alla stessa voce si rinvia per le varianti psicodinamiche introdotte dalle correnti di pensiero che si sono separate dall'impostazione freudiana della psicoanalisi (Jung, Adier, Reich) o che sono rimaste al suo interno ma con significative varianti (Klein, Horney, Rank, Fromm, Sullivan).
7. LE TEORIE DELLA PERCEZIONE. Sono teorie che prendono le mosse dalla constatazione che la percezione non è modulata solo dall'azione dello stimolo esterno, ma anche dalla struttura della personalità le cui tendenze percettive generano le coppie analitico-sintetico in base alla tendenza a cogliere i particolari o l'insieme, accentuatore-livellatore in base alla tendenza a chiudere o meno lo spazio fenomenico percepito, dipendente-indipendente dal campo a seconda che la percezione dipenda o meno dai dati offerti dal campo visivo.
8. LA TEORIA PRAGMATICO-RELAZIONALE. Sorta a Palo Alto negli anni Cinquanta intorno a G. Bateson e a P. WatzIawick, questa teoria considera la personalità come un sistema, ovvero come un ordine dinamico di parti e di processi mutuamente interagenti dove vigono le leggi della totalità per cui il mutamento di una parte genera il mutamento del tutto, della retroazione o circolarità che, abbandonato il concetto di causalità lineare, stabilisce che l'attività di ogni singolo elemento influenza ed è influenzata dall'attività di ogni altro elemento, di equifinalità in base a cui si afferma che un sistema è la miglior spiegazione di se stesso perché i parametri del sistema prevalgono sulle condizioni da cui esso ha tratto origine. Ne consegue che la «spiegazione» non va cercata nel passato, ovvero in dati che al sistema non appartengono, ma nei parametri e nelle regole interne al sistema stesso. La personalità umana è contrassegnata, secondo questa teoria, dalla comunicazione che non ha un suo opposto, perché sia l'attività che l'inattività, sia le parole che il silenzio hanno un valore di messaggio, ossia influenzano gli altri che, a loro volta, non possono non rispondere alla comunicazione, comunicando essi stessi psicologia sistemica).
9. LE TEORIE FENOMENOLOGICO-ESISTENZIALI. Queste teorie hanno trovato la loro espres-sione in K. Jaspers e L. Binswanger, li primo ritiene che la personalità sia espressa dall',atteggiamento, che può essere oggetti-vo, autoriflessivo, entusiastico, a cui corri-sponde rispettivamente l'immagine del mondo spazio-sensoriale, psichico-culturale, metafisico. Secondo Jaspers, «solo all'interno degli stessi atteggiamenti gli uomini entrano in comunicazione gli uni con gli altri, comprendendosi reciprocamente. Se gli atteggiamenti sono diversi, l'uno vive, pensa, agisce passando accanto all'altro senza toccarlo» (1919, p. 65).
Dal canto suo Binswanger, partendo dalla concezione heideggeriana dell'uomo (Dasein) come originariamente aperto al mondo (In-der-Welt-sein) e agli altri (Mit-dasein), distingue un'esistenza autentica nel senso etimologico di «propria» (autós) da una inautentica perché non propria, ma semplicemente «fatta propria» dopo averla mediata dai modelli collettivi d'esistenza (autenticità-inautenticità). Persuaso, secondo l'insegnamento di E. Husserl e di M. Heidegger, della decisività dei carattere temporale dell'esistenza, Binswanger distingue i tipi di personalità in base alla modalità di aprirsi al tempo: o privilegiando il futuro e quindi la progettualità come accade nella persona realizzata, oppure il presente senza relazione con il passato e con il futuro come nella personalità maniacale, oppure il passato in un mondo di assoluto rimpianto senza possibilità di sporgere verso le altre figure dei tempo come nel malinconico. La personalità, nella concezione fenomenologico-esistenziale, è strettamente correlata alla nozione di un mondo che non è qualcosa che «c'è», ma qualcosa che l'individuo «si dà» in base alle sue modalità di spazializzarsi, temporalizzarsi, coesistere ecc. (analisi esistenziale).
10. LA TEORIA COGNITIVA. Questa teoria elabora un concetto di personalità centrato sulla «mente» da cui dipendono l'attività dell'organismo, le modalità di adattamento e le sequenze comportamentali, perché noi non abbiamo a che fare con il mondo, ma con quell'esperienza dei mondo che la nostra mente elabora, una mente intesa come sistema informativo in cui tutti i dati ambientali e sensoriali vengono organizzati secondo codici di entrata per l'immagazzinamento e l'elaborazione, e codici di uscita per le risposte, ognuno con un feedback sugli altri. Lo sviluppo della personalità avviene attraverso l'elisione della dissonanza cognitiva che si verifica ogni volta che l'individuo sperimenta informazioni in dissonanza con il suo precedente assetto mentale. L'incongruenza che si genera, siccome risulta intollerabile all'individuo, può essere risolta o con un mutamento dell'ambiente, o con una modificazione del proprio comportamento, o con una ristrutturazione del proprio mondo cognitivo. Questo esercizio, continuamente richiesto dalle relazioni con l'ambiente in continua mutazione, è la condizione della crescita della personalità.
11. LA TEORIA FUNZIONALISTA DI G.W. ALLPORT. Detta anche «psicologia dell'individuo», questa teoria pone l'accento sull'unicità di ogni singola persona dovuta al modo assolutamente individuale con cui vengono composte:
a) Le caratteristiche stabili della personalità (proprium);
b) I meccanismi di difesa;
c) La percezione della situazione;
d) Le richieste e le attese legate alla situazione in cui hanno un valore essenziale cultura e ruolo.
La maturità della personalità è decisa dal grado di autonomia funzionale dei motivi, per cui un sistema motivazionale adulto, pur essendo originato da sistemi propri delle fasi precedenti, appare funzionalmente indipendente da essi. Distinti i fattori congeniti da quelli acquisiti, AlIport dichiara che «la struttura dinamica della personalità è unica, anche se somiglianze dovute alla specie, alla cultura, alle fasi di sviluppo possono produrre alcune somiglianze tali da ustificare l'uso di dimensioni universali. Mentre non neghiamo la possibile esistenza di istinti nell'infanzia, o anche il persistere di certe forme istintive di attività per tutta la vita, tuttavia il principio di autonomia funzionale considera la personalità sviluppata come un fenomeno post-istintivo» (1955).
12. LA TEORIA DEL CAMPO DI K. LEWIN. Concepisce i dati psicologici come organizzati in un campo di forze analoghe a un campo elettromagnetico con tendenza all'equilibrio del sistema. Nel campo la persona occupa la posizione centrale circondata dall'ambiente psicologico con cui interagisce attraverso un sistema di tensioni che possono nascere o dal mutamento dell'ambiente psicologico o all'interno della persona sotto forma di bisogno. Lo stato di tensione attiva dei processi come pensare, agire, ricordare, percepire che continuano a operare, fino a che non si raggiunge l'equilibrio del sistema attraverso i percorsi tracciati dalle due geometrie, topologica e odologica, descritte alla voce campo.
13. LA PERSONOLOGIA DI H.A. MURRAY. Concepisce la personalità come un sistema in cui sono individuabili i bisogni legati a stati interni di insoddisfazione, le pressioni legate agli oggetti di cui rappresentano le proprietà reali (alfa), o percepite (beta), in ordine al soddisfacimento dei bisogni, il tema che è l'unità coerente di bisogni e pressioni e che dà significato a certi comportamenti, e infine la catexi, positiva o negativa, con cui gli oggetti attraggono o respingono l'individuo, che ha il suo corrispondente soggettivo nel sentimento. Questi tratti che compongono la personalità sono evidenziabili con il Test di Appercezione Tematica (TAT) ideato da Murray.
14. LA TEORIA BIOSOCIALE DI G. MURPHY. Prevede come componenti di base della personalità le disposizioni fisiologiche di origine genetica ed embriologica, le canalizzazioni attraverso le quali concentrazioni di energia trovano il modo di scaricarsi nella condotta, le risposte condizionate, ossia risposte ripetutamente rinforzate e le abitudini percettive e cognitive che sono il prodotto sia della canalizzazione che del condizionamento. Nello sviluppo della personalità Murphy distingue tre stadi: globale in cui il sistema è omogeneo e indifferenziato, differenziato con separazione e indipendenza delle parti, integrato contraddistinto dall'interdipendenza delle parti.
15. LA TEORIA DEI COSTRUTTI PERSONALI DI G.A. KELLY. Ogni individuo è guidato dalle previsioni che formula sugli eventi a cui andrà incontro. Questa attività anticipatoria lo porta a formulare dei «costrutti personali» che sono categorizzazioni dicotomiche che egli adatta a ogni elemento presente nell'ambiente. L'organizzazione di questi costrutti, la loro estensione, gerarchizzazione e modificazione, dà il quadro della personalità dell'individuo (costrutto).
16. LA TEORIA DEL St DI C.R. ROGERS. Il concetto di personalità si articola in tre figure principali:
a) L'organismo che è l'individuo nella sua totalità
b) Il campo fenomenico che è la totalità dell'esperienza
c) Il Sé che si sviluppa grazie all'interazione tra organismo e ambiente in continua mutazione per effetto dei processi di apprendimento e maturazione.
Sua caratteristica è la tendenza alla coerenza, per cui tutte le esperienze che non sono in armonia con il Sé vengono percepite come minacce. Una personalità è compiuta quando c'è coincidenza tra il campo fenomenico delle esperienze e la struttura concettuale dei Sé; il che comporta, dal punto di vista soggettivo, un'assenza di tensione, e dal punto di vista oggettivo un adattamento realistico e un sistema di valori identico a quello raggiunto da qualsiasi altro individuo ben adattato.
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