domenica 22 giugno 2014

Tutti i segreti sui sogni

Tutti i segreti sui sogni




Una persona a me cara, da quando la conosco, mi chiede di decifrare i suoi sogni. 
Ho preparato un breve prontuario per capire meglio i nostri sogni ed in particolare il nostro inconscio. 
Prima di tutto cosa hanno scoperto di recente gli scienziati? 
....... A parte che il lupo ulula ed il castello ululi?.....
Alcuni temi ricorrono nelle notti di tutti, come per esempio essere inseguiti , volare  o cadere nel vuoto.

Sigmund Freud  riteneva che i sogni fossero una finestra sul nostro inconscio, ma sono molte le teorie in competizione fra loro al riguardo. 
La pittura surrealista (soprattutto Dalì  con il suo metodo paranoico-critico) si era ispirata a quel mondo difficile da descrivere insito nel nostro cervello. 

1  Se non sei sicuro di star dormendo, come capita spesso a me, leggi
Probabilmente accade più nei film che nella realtà, ma se non siete sicuri di star sognando, provate a leggere qualcosa. La maggioranza delle persone non è in grado di leggere nei loro sogni.

2  Vi siete mai chiesti quando si sogna?
Sogniamo anche durante il sonno non-REM (NREM). 
Il sonno REM è la fase più vicina al risveglio, però, così si è più propensi a ricordare i sogni REM rispetto a quelli in NREM. A ogni fase del sonno corrisponderebbero sogni diversi. 
Durante il sonno REM, le persone riportano di aver interagito persone che conoscono nella vita reale, mentre in quella NREM è più comune avere a che fare con perfetti sconosciuti.

3  Sogni dolorosi
Il dolore entra in sogni. Dolori intensi danno vita a veri e propri incubi, ma uno studio dell’ospedale di Montreal in Canada ha dimostrato che, ad esempio, anche semplicemente toccare il piede di qualcuno che dorme fa sì che egli sogni un fastidio ai piedi.

4  Un aiuto alla memoria
Un esperimento condotto dal neuroscienziato Robert Stickgold, dell’Harvard Medical School, ha confermato che ricordano meglio coloro che subito dopo la lettura cadono in un sonno ricco di sogni rispetto. Questo perché il cervello durante il sonno profondo si darebbe da fare per trovare collegamenti tra le cose appena interiorizzate e quelle già memorizzate.

 Sogni a colori
L’80% dei sogni sono a colori, ma una piccola percentuale di persone afferma di sognare in bianco e nero.
Le donne e gli artisti sognano di più a colori

Secondo alcuni studi, i sogni a colori sono più frequenti nelle donne, mentre gli uomini sognerebbero di più in bianco e nero. In genere le persone con senso artistico o che hanno a che fare con i colori per mestiere si mostrano più inclini a sognare a colori e nei loro sogni il colore è un elemento più presente e importante.  Pare inoltre che c’entri anche il carattere: il colore sia più presente nei sogni delle persone estroverse, mentre gli introversi sognerebbero prevalentemente in bianco e nero.

Alcuni studi hanno dimostrato che le persone sorde dalla nascita fanno sogni in cui i colori sono molto vivaci e intensi. Anche nei sogni lucidi i colori diventino particolarmente vividi e brillanti.

I colori si dimenticano in fretta

Gli stuidiosi hanno anche dimostrato, tramite una serie di esperimenti, che il colore è il dettaglio che si dimentica più facilmente nei nostri sogni; infatti hanno provato a svegliare delle persone mentre stavano sognando e hanno visto che riuscivano a ricordare i colori delle cose sognate; dopo qualche ora di sonno, però, pur ricordando ancora il sogno, non erano più in grado di ricordare i colori.

Più incubi in bianco e nero?

Alcune persone che sognano sia a colori che in bianco e nero sostengono che i sogni in bianco e nero spesso si presentano come incubi e sogni ricorrenti. Inoltre i sogni a colori riguarderebbero più i fatti del presente, mentre  i sogni in bianco e nero riguarderebbero invece fatti del passato ed episodi non risolti della propria vita psichica.

I colori che compaiono più spesso nei sogni

Raccogliendo i racconti spontanei di varie persone relativamente ai loro sogni, alcuni studiosi hanno notato che i colori che compaiono più spesso nei sogni sono il bianco e il nero; poi seguono i colori rosso, blu, verde e giallo, più o meno con le stesse percentuali.

6  Il controllo dei sogni
Si definisce sogno lucido quello in cui si è consapevoli che si sta sognando, anche se si è ancora svegli. Durante questo tipo di sogno si può controllare il contenuto per 30 minuti. I sognatori lucidi sognano di  volare, passare attraverso i muri e viaggiare nel tempo.
Registrare i propri sogni

1Compra un blocco notes. Diventerà il tuo “diario dei sogni”. Nel tuo diario dei sogni scriverai quello che desideri sognare e ciò che ricordi dei sogni che hai fatto.
Custodisci il diario vicino al tuo letto e tieni una penna a portata di mano in modo da poter scrivere ciò che ti ricordi del sogno fatto non appena ti svegli. Se aspetti troppo tempo il ricordo del sogno svanirà in poco tempo.
Puoi scrivere il tuo sogno sul computer ma è raccomandabile farlo a mano. Impiegherai più tempo a scrivere il testo ed avrai più tempo per ricordare tutti i particolari del sogno che sono registrati nella tua memoria. 

2Scrivi sul blocco quello che vorresti sognare. Definisci questo desiderio il tuo “sogno obiettivo”. Fallo prima di andare a dormire ed immagina tutti i dettagli che dovrebbero far parte del sogno.
Fai dei disegni e descrivi dettagliatamente tutti gli elementi del sogno. Più dettagli riesci a scrivere, meglio sarà; considera che anche le più piccole cose possono essere importanti per controllare il sogno che farai.
Il trucco sta nel descrivere le sensazioni che proverai mentre sogni quello che desideri; in questo mondo, sarai cosciente del sogno che stai facendo anche se stai dormendo.
Non guardare un film o la televisione prima di andare a letto o perderai l’attenzione rispetto al tuo sogno obiettivo.

3Ogni mattina, non appena ti svegli, scrivi sul blocco ciò che hai sognato. Anche se il sogno è diverso da quello che avevi immaginato, riportalo nelle pagine del diario. Segui i consigli che ti diamo di seguito per sapere cosa registrare del sogno che hai fatto.
Esattamente come un atleta, stai allenando la tua mente in modo che ricordi il sogno fatto. Quanto più ti alleni, più dettagli sarai in grado di ricordare.
Prendi nota dei punti in comune rispetto al sogno fatto e quello che desideravi fare. Cerca di essere più specifico possibile nella tua descrizione. Nota la similitudini e le differenze. Quando cerchi di interpretare il sogno che hai fatto, ricorda che il cervello in stato di veglia non lavora nello stesso modo durante il sonno; quindi, l’interpretazione dev’essere fatta prendendo in considerazione questo punto. In generale, il cervello, a livello subconscio, utilizza metafore ed immagini correlate a quello che vuole esprimere.
Esercitati in stato cosciente

1Concentrati sul tuo sogno obiettivo. Ogni sera, prima di andare a dormire, leggi più volte la descrizione del sogno obiettivo in modo da “fissarlo” nella tua testa.
Dopo aver letto qualcosa più volte il cervello inizia ad impigrirsi ed anticipa ciò che è scritto sul foglio senza coglierne il significato: assicurati di capire perfettamente il senso di quello che leggi in ogni momento.

2Sdraiati, chiudi gli occhi e pensa al tuo sogno obiettivo. Rilassati. Pensa ai dettagli del sogno.
Fai una cernita delle immagini che sorgono a livello subcosciente quando pensi al tuo sogno obiettivo. La mente crea molte immagini che non hanno a che fare direttamente con il tuo sogno obiettivo: individuale e focalizza solo sulle immagini rilevanti.
Immagina i suoni ed i dialoghi alla base del tuo sogno; cerca di sentirli davvero nella tua mente. Cerca di provare le sensazioni che vengono generate.
Se nessun suono e nessuna immagine si delineano in modo chiaro rileggi la descrizione del sogno del tuo diario.

3Immaginati a presenziare davvero il tuo sogno. Fallo in prima persona dall’inizio alla fine. Cerca di vivere l’esperienza attraverso i tuoi occhi.
Vivi le esperienze del sogno nell’esatta sequenza in cui le hai immaginate.
Mettici tutto l’impegno possibile, ma rimani tranquillo. Pensa solo a rilassarti.
Vai a dormire mantenendo nella tua testa questi suoni ed immagini. È importante che tu sia capace di ricordare il sogno fatto una volta sveglio.

Prendi il controllo sui tuoi sogni

1Fai un test durante tutta la giornata. Chiedi a te stesso: “sono sveglio o sto sognando?” Ti aiuterà a capire la differenza tra lo stato di sonno e la veglia.
Nota le differenze tra lo stato di sonno e la veglia: nel sonno lo stato cambia in continuazione in modo fluido e costante, nella realtà non funziona cosí. In un sogno gli alberi cambiano di colore e forma, le lancette degli orologi si muovono in senso antiorario; nella realtà tutto questo non succede.
Una buona prova per stabilire se si stia vivendo un sogno o la realtà è quello di fissarsi su un testo. Immaginati di avere in camera un poster di Madonna con la scritta “Madonna” nella parte inferiore. Guarda la scritta, distogli lo sguardo per alcuni minuti e riguarda il poster: se ci trovi una scritta differente è probabile che tu stia sognando.

2Aprofitta del test fatto. Se scopri che stai sognando durante il test sarai in grado di controllare gran parte del sogno che stai facendo.
Se capisci di vivere un sogno, non perdere la calma. Se ti ecciti troppo potresti non essere più in grado di controllare quello che stai sognando o rischiare di svegliarti.
Provaci poco a poco. Si tratta ancora una volta di controllare la tua eccitazione ed evitare di svegliarti. Anche le cose più semplici come: cucinare, fare skateboard ecc.. possono essere divertenti in un sogno, se sai di averle sotto controllo.

3Passa gradualmente ad attività più interessanti. Pensa a come sarebbe poter volare, nuotare sul fondo dell’oceano, usare la telecinesi ecc… I sogni sono solo limitati dalla tua immaginazione!

Consigli
Sul tuo diario dei sogni registra i seguenti dati:
Data
Il sogno era ambientato nel passato, nel presente o nel futuro?
Chi c’era nel sogno ? (persone conosciute o sconosciute)
Le tue sensazioni, i tuoi sentimenti
Lo sviluppo della storia
Qualsiasi cosa a livello visivo che valga la pena sottolineare: colori, forme, numeri, figure
Il sogno includeva qualche tipo di conflitto?
Hai dovuto risolvere dei problemi durante il sogno?
Nel sogno erano presenti degli elementi che avevi sognato già in precedenza?
Il finale.
Cerca di dormire in un posto tranquillo privo di distrazioni. Concentrati solo sul sogno che vuoi fare.
Se ti concentri troppo nella fase in cui stai per addormentarti, potresti innescare una reazione che ti porti all’insonnia. Cerca di concentrarti sul tuo subconscio e lascia da parte il tuo stato di veglia.
Fissa un punto vicino al tuo letto o sul soffitto che tu possa focalizzare facilmente. Fissa quel punto per alcuni minuti prima di dormire e non appena ti svegli. Ti aiuterà a fare chiarezza sul sogno che stai per fare o che hai appena fatto.
Un altro modo per capire se stai sognando è quello di disegnare un simbolo sulla tua mano. Prima di addormentarti pensa: “Quando guarderò la mano capirò se sto sognando”. Se la tecnica non funziona, prova di nuovo. Ad un certo punto, solo pensando alla mano, sarai in grado di avere controllo sul tuo sogno.
Un altro modo per controllare iul tuo sogno è quello di fissare un orologio a lancette e pensare che le stesse inizino a muoversi in senso antiorario. Quando sei sveglio non funzionerà, ma se stai sognando potresti essere in grado di farlo. Se vedi la lancetta muoversi al contrario saprai che stai sognando.
Avere il controllo dei tuoi sogni non è la stessa cosa di avere un “sogno lucido”. Informati sul sogno lucido con una semplice ricerca in Internet e cerca di individuare le differenze.

7  Sogni famosi
Molti autori e inventori hanno dichiarato che le loro creazioni sono nate da un sogno. Tra questi la scrittrice Mary Shelley, che sognò il mostro di Frankenstein (molti confondono il mostro, che non ha nome, con il suo inventore, il dottor Frankestein, appunto), il geniale inventore Nikola Tesla e sembra che anche Larry Page  abbia trovato spunto nell’inconscio per la creazione di Google.

8  Emozioni negative
Il ricercatore americano Calvin S. Hall in 40 anni ha raccolto più di 50.000 descrizioni di sogni da studenti della sua università. Da essi è emerso che l’emozione più diffusa è l’ansia e che quelle negative prevalgono sulle positive.

9  Sogni universali
I sogni sono spesso influenzati dalle esperienze personali, ma i ricercatori hanno scoperto che alcuni temi sono comuni a tutti. Altre esperienze oniriche comuni includono esami scolastici, il sentirsi paralizzati, arrivare in ritardo, volare e trovarsi nudi in pubblico. Tutti temi riconducibili all’ansia per via di un evento imminente che ci preoccupa.
Molto spesso i sogni parlano un linguaggio simbolico nel quale le immagini che rappresentano cose normali indicano un differente tipo di realtà. I sogni, i miti, le religioni e anche l’arte di ogni cultura, in qualsiasi grado di sviluppo della tecnologia sono piene di simboli.
Alcune culture ne hanno di propri a rappresentarla e sono tipici di essa. Molto spesso invece tanti popoli hanno simboli in comune. Questi vengono chiamati “simboli universali” ed hanno un significato che trascende i popoli.
Tre sono i simboli più comuni al mondo e sono il serpente (drago o biscia), l’acqua e il fuoco.
Il serpente rappresenta le divinità della fertilità ed è uno dei simboli più antichi che ci siano, presente nelle sculture preistoriche. Questo simbolo rappresenta sia il bene che il male, a seconda del contesto. 
Per la religione cattolica il serpente rappresenta il male che, nel Paradiso Terrestre, tenta gli uomini fino a far loro infrangere le regole, rappresenta quindi il demonio, il male.
Rappresenta il potere dell’occulto e del mondo sotterraneo, quindi dei poteri malvagi, ma in quanto essere strisciante è anche simbolo della terra nutrice. Se per la religione cattolica è un simbolo del male per molti antichi popoli americani rappresentava il bene e veniva adorato come dio.
Vari yogi lo veneravano come guida spirituale.  I greci attribuivano al serpente il potere della guarigione tanto che il simbolo della medicina viene rappresentato con due serpenti attorcigliati simmetricamente.
Per la psicanalisi il serpente ha la sua duplice caratteristica e quindi sta alle persone arrivare a definire quale delle due, in quel particolare contesto rappresenti. Insomma può essere sia positivo e negativo. Il serpente può indicare la fusione dell’inconscio e del conscio, in questo caso cosa positiva che porta ad una nuova crescita e una nuova maturità spirituale. 

10  Premonizioni: verità o bugia?
Molti sostengono di aver avuto visioni riguardanti la morte di una persona cara o persino di aver capito in anticipo come sarebbe avvenuta la propria morte. Non c’è alcuna ricerca che confermi la veridicità di queste tesi, per cui al momento è meglio tacciarle come semplici leggende metropolitane.

Buona notte..........e sogni d'oro.

Per approfondire:

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Metodologia dello studio, La lettura, Fasi della lettura, Cosa leggere, Come leggere

Metodologia dello studio


La metodologia di studio risulta essere tanto importante quanto lo è la
conoscenza quantitativa-qualitativa della disciplina stessa e lo stile di
apprendimento dei saperi e delle informazioni che ne scaturiscono.
Al fine che i vari apprendimenti siano assimilati ed interiorizzati nella
maniera più funzionale possibile occorre “descrivere i passi di questa
metodologia che, molte volte, viene lasciata al caso o al libero arbitrio dello
studente, così da renderlo orfano di una corretta procedura. Si ha, perciò,
l’obbligo di determinare un valido sostegno sia a chi nello studio vede la
propria formazione curricolare, sia a chi non si ritiene dispensato dalla
ricerca solo perché al di fuori di centri formali di formazione”
(De Santis M., a cura di, Fare ricerca. Per la redazione del testo scientifico,
Anicia, Roma 2006)
Per le ragioni appena esposte bisogna dotare lo studente di criteri che
permettono di organizzare e strutturare, nella maniera più funzionale ed
efficace possibile, il lavoro di lettura, di ascolto, di produzione letteraria e
rispondere in modo pertinente alle continue sollecitazioni che provengono
dall’ambiente circostante, senza perdite di tempo, disorientamento o
scoraggiamenti di vario genere.
La comprensione di un programma adeguato alle esigenze formative
universitarie, e non solo, viene di seguito discussa, così come dovrebbe
essere per qualunque ricercatore e qualunque piano di studio.
Con questo non si vuol intendere che lo studio sia un processo
standardizzato e/o privo di quella singolarità soggettiva più volte rimarcata e
rintracciata nel percorso creativo, piuttosto è doveroso sapere che
nell’elaborazione di un giusto piano di lavoro esistono e sussistono alcuni
elementi ed alcune fasi che devono sempre essere presenti, mai trascurate
Il pressapochismo, il dolce far niente, la stagnazione e la superficialità, che
avvolgono la nostra società, “risultano elementi da combattere tramite un
supporto che nella programmazione e nella metodologia di studio trova le
sue radici. È fuori di ogni dubbio che porsi con umiltà davanti a tali problemi
sia l’unica via capace di guidare la persona dal noto al non conosciuto (…).
Per fare ricerca, quindi, è necessario apprendere oltre che la specificità e i
tratti peculiari di ogni settore, aprirsi al confronto, con il gusto della
documentazione e la volontà di crescere in intelligenza, cultura e emotività.
Uno studio serio pretende requisiti essenziali da parte di ogni studente, il
quale potrebbe essere definito un piccolo ricercatore, capace di una propria
attività critica e di scelta; requisiti che si possono riassumere in una
conoscenza delle principali lingue straniere, del metodo di lavoro”
(De Santis M., a cura di, Fare ricerca. Per la redazione del testo scientifico,
Anicia, Roma 2006)


La lettura
Uno studio serio e responsabilmente scientifico che risponda, cioè, ai crismi
dell’oggettività ed dell’epistemologia investigativa appartenente ad ogni
area del sapere umano richiede uno sforzo di gran lunga maggiore rispetto
al semplice osservare, sfogliare un libro, scribacchiare in modo superficiale e
ascoltare in modo distratto.
Ogni studente dovrebbe essere “un piccolo ricercatore”, capace di una
“propria attività critica e di scelta; requisiti che si possono riassumere in una
conoscenza, anche se non approfondita, delle principali lingue straniere, una
conoscenza minuziosa del metodo di lavoro, una continua attenzione pronta
a rendere conto di una costante vigilanza epistemologica” (R. Mancini 2006)
Così l’epistemologia finisce per essere un discorso logico e razionale, uno
studio, insomma, di cui si evidenziano la tracciabilità scientifica e
l’oggettività prassica
Per ciò che concerne la lettura si può riferire il fatto che esistano due modi
per affrontare un testo:
- La prima riconducibile all’idea di Zwaan che si basa su una attenzione
particolare volta a ricercare informazioni (approccio afferente);
- La seconda appartenente al lavoro di Kintsch, che identifica una
modalità diametralmente opposta: si legge per il gusto di farlo
(approccio estetico).
Nella lettura afferente l’attenzione è focalizzata sull’astrazione, l’analisi e
l’organizzazione di ciò che dovrà essere preso e posseduto dal libro; mentre
nella lettura estetica il lettore si concentra su ciò che egli sta vivendo
durante la relazione con il testo.
Quest’ultima condizione e relazione io-libro, detta transazione, si instaura
ogni qual volta un soggetto si trova di fronte a qualsiasi testo al fine di
renderlo proprio e carpirne le sfumature emozionali
L’atto di lettura, però, “non consiste solo in una semplice trasformazione di
sillabe in suoni, ma in un processo piuttosto complesso di comprensioni di
significati”
(Bellerate B. A., Perzzolo M. J., Il lavoro scientifico in Scienze dell’Educazione,
La Scuola, Brescia 1989).
Per giungere a questa comprensione il lettore si serve di due tipi di
informazione:
• visiva: ciò che riceve attraverso gli occhi
• non visiva: ciò che il lettore stesso porta di sé al testo
Nell’interazione con l’opera scritta, infatti, lettori diversi traducono le varie
informazioni in modo dissimile: ogni soggetto attribuisce il proprio
significato ai vari simboli


Fasi della lettura
Esistono delle fasi specifiche nel processo di lettura, momenti che
rispondono alla domanda: come si legge?
- certamente il primo punto è avere il libro, testo, saggio etc. tra le
mani
- la seconda fase è rappresentata dalla Memorizzazione di elementi
quali: Titolo (fa comprendere, seppur sommariamente, l’argomento);
Sottotitolo (qualifica, solitamente, il livello o il metodo adottato
dall’Autore); Autore (risponde alla domanda chi è? Normalmente
questo è presente nella 4° di copertina); Casa editrice (può indicare
l’argomento e/o un determinato settore del sapere); Anno di
pubblicazione (colloca il lavoro in un contesto di appartenenza);
- terza fase è il Riflettere su: struttura del libro (indice: evidenzia gli
argomenti trattati dall’autore e del loro sviluppo diacronico e
sincronico); prefazione (da leggere, mette al corrente il lettore su:
per chi è stato scritto il libro, la sua necessità, il suo scopo e come
utilizzare il lavoro); introduzione (indica gli aspetti e le tematiche più
significative presenti all’interno del testo); capitoli (titoli e sottotitoli.
Eventuali richiami delle problematiche trattate assunte da altri
settori di ricerca. In questo caso si deve prestare attenzione anche al
carattere tipografico dei titoli); conclusione (autorizza, anche se
sommariamente e in maniera mai definitiva a fare il punto della
situazione sulle tematiche affrontate); appendice (rappresenta
l’aspetto tecnico e strumentale dei riferimenti presenti nel testo)
- nella quarta fase occorre Leggere: leggere le parti evidenziate nel
punto 3; sottolineare (lapis o evidenziatore); fare appunti su
quaderno o schede eseguite con strumentazioni tecnologiche (si
perde circa il 50% di quello che si è letto in pochi minuti).
- la quinta fase è rappresentata dall’azione di Riassumere: si elabora
un riassunto contenente le parti lette con l’aggiunta di
approfondimenti personali (di solito alla fine di ogni capitolo o
sezione, dipende dalla lunghezza dell’elaborato).
Ciò deve essere eseguito a voce e in forma scritta; si esegue una scheda
riassuntiva (alla fine del lavoro).


Cosa leggere
Non è superfluo soffermare la nostra attenzione nel rispondere alla
domanda: cosa leggere?
Ogni ricercatore, così come ogni studente, che si accinge alla stesura di tesi o
di qualsiasi altra tipologia di testo che si possa definire scientifico ha bisogno
di indicazioni epistemologiche ed un apparato bibliografico appropriato.
Al fine di individuare una prassi che risulti capace di dotare lo studente di
una conoscenza adeguata dell’argomento e/o tematica su cui si vuol
riflettere occorre una capacità di scelta e di selezione dei vari contributi che
nel corso del tempo si sono prodotti per e su quella determinata questione.
Non bisogna, insomma, prendere libri a caso o semplicemente dalla simpatia
data dal titolo o dall’autore, ma necessita di una profonda riflessione e
analisi anche la sola selezione di un testo piuttosto che un altro
Da quanto espresso, infatti, ne deriva la possibilità di eseguire un discorso
fluido e senza contraddizioni, capace, cioè, di apportare un contributo
significativo alla ricerca scientifica.
Cosa si legge allora?
Esistono diversi “testi” da poter leggere tra cui il testo scritto, l’ipertesto, i
documenti, le immagini, il dato della realtà, gli elementi virtuali.
La ricchezza dei vocabolari, la possibilità di usare parole diverse fanno sì che
il significato muti, permettono al buon lettore di leggere tra le righe per
cogliere l’inafferrabile, il messaggio sotteso.
Leggere comunque è anche ricordare i meccanismi di lettura (scorrere da
destra a sinistra, il riconoscimento delle singole lettere, tradurre i simboli in
significati etc.)
Bacone sintetizza la questione riguardante la lettura così: “certi libri vanno
assaggiati; altri inghiottiti; altri ancora, pochi, masticati e digeriti”
Il problema di cosa leggere solleva un’ulteriori problematiche.
Come accostarsi ad un testo? Quale metodologia adottare nella lettura?
Come comprendere quali strumenti dotarsi al fine di carpire i segreti di un
testo?
Ricordando la magistrale lezione baconiana, esistono tre modalità di
approccio ad un testo scientifico:
- Assaggiare: guardare sommariamente il tema trattato scegliendo e
selezionando i punti salienti;
- Inghiottire: sfiorare lievemente e rapidamente l’intero testo;
- Masticare e digerire: studiare ed approfondire il testo per intero,
accuratamente e con la massima attenzione
Ecco, allora, che risulta fondamentale una prima analisi ed un esame di un
testo per mezzo della metodologia derivante dal lavoro di Beach.
L’Autore definisce sette fasi:
- Coinvolgimento: risposta emotiva suscitata dal testo;
- Concettualizzazione: percezione del testo da parte del lettore
- Connessione: grado di relazione instaurato;
- Porsi domande: il testo generalmente suscita delle riflessioni
personali che magari possono essere trascritte a bordo pagina per
poter essere poi esaminate in separata sede;
- Spiegazione: commentare il testo
- Interpretazione: dare un punto di vista personale
- Valutazione: trarre le conclusioni della lettura
Al fine di decidere quale metodo sia opportuno adottare nella lettura è
doveroso “dare una occhiata a volo d’uccello sul bosco, prima di addentrarci
nel sottobosco” (D. Rowntree) e non adottare il metodo dello scorrere.


Come leggere:
- cercare il concetto essenziale;
- cogliere i particolari importanti;
- valutare quello che si legge;
- scoprire la gerarchia dei concetti, ossia il piano dell’autore;
non prendere appunti durante la lettura (risulta essere fonte di distrazione.
Occorre solo sottolineare o evidenziare; non sottolineare nella prima lettura,
qualora il testo sia da “masticare”)
È possibile, inoltre evidenziare dei difetti nella lettura:
- arco di riconoscimento limitato
- molte fissazioni
- regressioni frequenti
- vocalizzazione
- disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, discalculia,
disortografia)
Correzione dei difetti nella lettura:
- controllo difetti visivi
- smettere di leggere ad alta voce (anche il solo movimento delle
labbra comporta un rallentamento nella lettura e nella comprensione
di ciò che si legge)
- esercitare una lettura più veloce (non significa peggiore
comprensione)
- leggere a unità di pensiero e non parola per parola (significato della
frase, non della parola)
- cercare di aumentare l’arco di riconoscimento;
- consolidare il vocabolario (test)
- analisi del DSA
(fonte: M. De Santis, Fare ricerca, Anicia, Roma 2006)


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domenica 15 giugno 2014

LA PERCEZIONE PARTE SECONDA

LA PERCEZIONE PARTE SECONDA


Le principali teorie: 
il movimento del New Look

L’organizzazione del mondo percettivo dipende, oltre che da fattori strettamente inerenti allo stimolo, anche da altri elementi, come:
i bisogni,
gli stati emotivi,
le aspettative,
le motivazioni del soggetto che percepisce.
Il soggetto, quando percepisce uno stimolo, compie un’azione di categorizzazione, in quanto, a partire da alcuni indizi, provvede all’identificazione e alla classificazione dello stimolo stesso.
In quest’ottica, la percezione si fonda su un sistema di categorie appropriate, idonee per codificare la realtà ambientale sulla base delle relazioni rilevate fra le proprietà degli oggetti e degli eventi.

La teoria ecologica di Gibson

Jerome James Gibson (1904-1979) sostiene che il processo di percezione non è un progressivo arricchimento degli stati sensoriali attraverso processi eterogenei (esperienza passata, inferenze, schemi, ecc.),ma le informazioni percettive sono già contenute nella stimolazione così come si presenta al soggetto.
Gibson ha chiamato affordances queste disponibilità già presenti nella stimolazione. Il soggetto deve solo riuscire a cogliere queste informazioni percettive già esistenti nell’ambiente che lo circonda (approccio ecologico alla percezione).
Sulla scia di Gibson e continuando il suo lavoro di ricerca, Marr (1982) è approdato ad una concezione computazionale della percezione, proponendo un modello complesso per spiegare la rappresentazione e l’elaborazione dell’informazione visiva.

L’organizzazione percettiva: 
la percezione delle figure

Guardando intorno riusciamo a distinguere scene complesse che sono dislocate nell’ambiente circostante. 
Tali scene sono composte da figure messe insieme e ordinate per mezzo di precisi rapporti reciproci. 
La figura è dunque l’unità elementare della percezione visiva. Può essere considerata figura qualsiasi entità visiva che abbia un aspetto (forma e colori) proprio. Il processo di percezione ci consente di individuare le figure, non di riconoscerle. 
Nel processo di riconoscimento, agiscono altri meccanismi superiori, fra i quali il pensiero e la memoria.
Per individuare una figura bisogna staccarla dal fondo. Gli umani percepiscono le figure come entità che possiedono tratti distintivi molto individuati e che per tali caratteristiche si differenziano sia dal resto delle altre figure che dallo sfondo. L’operazione d’individuazione delle figure è automatiRiconoscerla vuol dire arrivare a stabilire cosa rappresenta. Percepire e riconoscere una figura è per i soggetti umani un processo unitario, del quale ci rendiamo conto solo quando l’ambiente percettivo è disturbato (presenza di poca luce, suono molto debole, ecc.). Per cui, riusciamo a percepire la presenza di un’entità figurale, senza riconoscere che cosa sia. ca ed inconsapevole. Ci rendiamo conto di attivare tali meccanismi dei quali normalmente non siamo coscienti, solo in situazioni particolari.

Come si estraggono le due immagini

Guardando tale immagine, ad una prima occhiata rileviamo un calice. 
Guardando ancora ci accorgiamo che si possono notare due profili di volti umani che si guadano. 
Questo è un tipo di percezioni fluttuanti in quanto, in tali situazioni, oscilla il rapporto percettivo figura-sfondo.

Percepiamo una figura nera su uno sfondo colorato, finché vediamo un calice. Non appena scorgiamo i visi, percepiamo il colore di sfondo del calice.
In questo caso il cervello si chiede qual è la figura e quale lo sfondo, anche se non ha un’ipotesi vincente e più plausibile delle altre. Dispone di due ipotesi entrambe funzionali. Di conseguenza, la percezione figura-sfondo resta in bilico e fluttua. 
Quali sono i criteri che il cervello adotta per risolvere questi problemi? Su quale base arriva alla conclusione che un dato insieme di sensazioni è una figura, mentre il resto è uno sfondo? Questo processo, ancora in parte sconosciuto, necessita d’alcuni elementi, indispensabili per l’individuazione delle figure.


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