sabato 14 settembre 2013

Come risolvere i disturbi d'ansia

Come risolvere i disturbi d'ansia


Automonic Nervous System
I disturbi d'ansia
Nella psicologia clinica si distinguono 3 tipi di disturbi legati all'ansia:
Il disturbo di ansia generalizzata: caratterizzato da un senso di ansia persistente e un fondo di preoccupazione cronica; si teme, ad esempio, che qualcosa di brutto possa succedere da un momento all'altro, oppure che un incidente possa capitare ad un proprio caro.
Gli attacchi di panico: la persona soggetta ad un attacco di panico vive, in modo improvviso e del tutto inaspettato, un'esperienza terribile di ansia. E' sopraffatta da un senso di stordimento, perdita di controllo e confusione; terrorizzata da ciò che sta avvenendo, sente di impazzire, di avere un malore o di morire.
Le fobie: costituiscono una paura eccessiva, spesso irrazionale, di determinati oggetti o situazioni che generano quindi ansia intensa e successivo evitamento. Nella fobia di tipo sociale, ad esempio, si ha il timore di arrossire, di sudare oppure di svenire di fronte a persone considerate importanti; il timore crea un'ansia incontrollabile, finendo per realizzare ciò che di peggiore si aveva presagito.


I sintomi
Queste 3 condizioni (ansia generalizzata, attacchi di panico, fobie) si presentano spesso combinate tra loro e con diversi sintomi:
senso di irrealtà, confusione, stordimento
giramenti di testa, vertigine
paura e allarme immotivati, pensieri catastrofici come, ad esempio, avere un incidente, un malore, oppure commettere atti inconsulti come ferirsi o gettarsi nel vuoto da un piano alto.
sentire il proprio cuore battere in modo strano, palpitazioni
appannamento della vista, sensazione di testa vuota
mancanza di respiro, peso al petto, costrizione toracica
sudorazione
nodo alla gola, bocca secca
vampate di calore
tensione muscolare
formicolii


L'evitamento
In seguito all'esperienza di uno o più attacchi di ansia/panico, la persona adotta come metodo di difesa l'evitamento delle situazioni o dei luoghi in cui si trovava nel momento della crisi. Con questa strategia però il soggetto non solo non risolve il problema ma tende ad evitare, sempre di più, i luoghi e gli oggetti per lui ansiogeni, finendo col limitare gravemente il proprio campo di azione. Avendo avuto il primo attacco di panico mentre, alla guida della proprio auto, si trovava bloccato in una galleria, il paziente inizia a scegliere percorsi stradali nuovi assicurandosi che non vi siano ulteriori gallerie; successivamente l'idea di poter essere imprigionato nel traffico lo spinge ad evitare le autostrade, non avendo, in quella eventualità, possibilità di fuga. Si limita quindi a prendere la macchina solo per spostarsi in città, ma presto, anche in questa situazione, avverte una tensione costante, finendo, così, per non guidare più.

La caduta dell'autostima, la depressione
Non riuscendo più a "fare le cose come prima", soffrendo fisicamente e mentalmente, l'autostima cala vertiginosamente e la persona si percepisce fragile, vulnerabile. Si entra in una fase della vita di difficoltà, di malessere, sentendosi a volte, depressi. Nella maggior parte dei casi, non si tratta di un disturbo depressivo autentico, ma di una condizione di disagio causata dalla frustrazione, dallo scoramento, dai problemi posti dai nuovi limiti e ripetuti fallimenti.

Diffusione dell'ansia
Molte persone che soffrono d'ansia, sopraffatte dal peggioramento dei loro sintomi, ad un certo punto temono di non essere normali, di avere una malattia rara, di stare impazzendo. In realtà, moltissime persone, più di quanto possano immaginare, vivono le medesime emozioni e reagiscono allo stesso modo.
Un quarto della gente che incrociamo, camminando per strada tutti i giorni, è affetta da una qualche forma di disturbo d'ansia, e addirittura più della metà dei passanti, prima o poi, sperimenterà nella propria vita almeno un'esperienza di ansia intensa o panico. Basta mettere le parole famous people anxiety nel motore di ricerca google.com per avere liste sorprendenti di celebrità affette da questo disagio.
Perché, allora, l'ansia è così comune nell'essere umano?

Che cos'è l'ansia
Sorprendentemente, l'ansia è un meccanismo di difesa prezioso, del quale tutti sono dotati, indispensabile per la sopravvivenza.
Compiere attività come guidare nel traffico, eseguire una riparazione su un'impalcatura o competere in una gara sportiva, senza la minima ansia, come se si fosse rilassati sul divano di casa guardando la televisione, comporterebbe dei gravi pericoli o insuccessi sicuri. Quello stato di attivazione fisica, nervosa, è indispensabile alla riuscita dell'essere umano nell'affrontare molte circostanze quotidiane della vita e deriva da un meccanismo di reazione al pericolo antichissimo, frutto di milioni di anni di evoluzione, definito fight or flight: attacco o fuga.


Il meccanismo di difesa "attaco/fuga"
Scorgendo segni della presenza di un predatore feroce nelle vicinanze, i mammiferi si mettono in stato di massima allerta: il cuore inizia a battere forte e il respiro diventa veloce per rifornire di ossigeno i muscoli, viene rilasciata adrenalina e noradrenalina, la digestione si interrompe, i vasi sanguigni periferici si contraggono e quelli muscolari si dilatano; la visione, l'udito, i sensi in generale si fanno acutissimi, tutto il corpo è in tensione e pronto al massimo dello sforzo. Nell'uomo questo meccanismo di reazione al pericolo è attivato dall'ipotalamo e dall'amigdala, le parti del cervello più interne e ancestrali, e i sintomi soggettivi che genera sono quelli, per l'appunto, dell'ansia. Essendo questo meccanismo così profondo e radicato nel sistema nervoso, anteriore alla nostra evoluzione cognitiva-intellettuale, scatta sempre in qualsiasi situazione importante, al fine di permetterci la massima prestazione, ma non distingue i vari tipi di pericolo. Così durante un esame all'università, davanti a quella persona carina che desideriamo sedurre, parlando in pubblico, può capitare che il nostro corpo reagisca come se ci trovassimo di fronte a un predatore feroce.
E' normale, in quei casi, avvertire i sintomi dell'ansia, anche intensi.
Il problema è quando iniziano a essere sproporzionati alla realtà, presenti troppo frequentemente e compromettono il nostro benessere e l'integrità dei vari ambiti della vita quotidiana come il lavoro, lo studio, la famiglia, le relazioni sociali, l'amore.

Le cause
A livello superficiale, una delle cause principali del disturbo è l'interpretazione errata dei sintomi dell'ansia. I sintomi vengono cioè avvertiti come pericolosi, come perdita di controllo e sopraffazione. In poche parole si arriva ad avere "paura della paura" e così l'ansia genera ulteriore ansia, dando il via a una spirale che, in modo estremamente veloce, porta il soggetto a stare male, all'incapacità, all'attacco di panico.
Una sensazione inconsueta, ad esempio un formicolio, un leggero giramento di testa (tutti, ogni giorno, hanno questo tipo di sensazioni corporee, assolutamente normali) può generare il timore di avere un malore. Riuscire a distinguere correttamente i sintomi dell'ansia, senza lasciarsi trascinare dalla paura è importante; Prendiamo, come esempio, la descrizione di cinque minuti della vita di Sara:
"Camminando inizia ad avvertire un peso al petto, il suo respiro, si fa un po' più rapido. Percepisce uno strano senso di eccitazione e tensione crescente. Si siede e cerca di rilassarsi ma l'ansia continua a diventare più intensa. Improvvisamente il suo corpo è spinto indietro, si aggrappa con le mani ai lati della sedia e stringe i denti per soffocare un urlo. Lo stomaco le si chiude, il cuore batte forte in gola e sente il viso arrossire. Le emozioni che prova vengono a ondate e sono senza controllo: stordimento, paura, sopraffazione."
Sara non sta avendo un attacco di panico.
Al contrario, lei stessa è alla ricerca di forte eccitazione: è in un parco di divertimenti e sta facendo un giro sulle montagne russe. L'attivazione nervosa dell'ansia è la stessa presente anche in circostanze piacevolmente emozionanti. In alcuni casi, siamo noi, a etichettare mentalmente, in modo sbagliato, queste sensazioni, a ingigantirle e a interpretarle come pericolose.
A livello più profondo, concorrono a generare il disturbo tre tipologie di cause principali:
Fattori genetici
Traumi: incidenti, lutti, violenze, abusi.
La storia personale ed eventuali problemi/dinamiche non ancora risolte.

La terapia
Il disturbo d'ansia appare a molti pazienti come qualcosa da cui "non se ne esce", a causa dell'intensità dei sintomi, apparentemente incontrollabili. Con il percorso terapeutico idoneo, è invece possibile guarire e imparare moltissimo su sé stessi. La psicoterapia ipnotica risulta tra le migliori per questo genere di disturbi, in quanto agisce sia sul corpo e i sintomi, sia sull'inconscio, la parte più profonda della mente dove si trovano le radici del problema. Lavorando nel profondo, il terapeuta aiuta il paziente a scoprire le sue personali risorse, utili ad affrontare le difficoltà e a liberarsi dagli schemi restrittivi che limitano la libertà e la forza creativa, diventando così più forti e sicuri.





TECNICA PNL PER COMBATTERE L'ANSIA

Come la maggior parte dei disturbi che noi proviamo anche l'ansia è un’idea non una realtà!
Per cambiare questa idea utilizzeremo la Linea del Tempo.
Quando siamo ansiosi nel nostro cervello si generano immagini negative proiettate nel futuro.
Se eseguirete correttamente la tecnica i risultati sono istantanei.
L'uso della tecnica serve ad andare a modificare le immagini che costituiscono l'idea negativa e quindi modifichiamo la reazione emozionale .... l'ansia.

PROCEDURA

Andiamo sulla linea del tempo e nel futuro dopo la conclusione positiva dell’avvenimento
Renditi conto della sensazione
Torniamo al presente
Se l’ansietà non sparisce, allora bisognerà ristrutturare: “Mi rendo conto che ognuno di noi è parzialmente convinto che è importante avere un po’ di ansia per motivarsi, il problema è che l’ansietà non è buona per il corpo. Ci sono degli altri modi nei quali sarebbe possibile motivarti e lasciare andare l’ansia?
Ci sono persone che si motivano con la paura e l'ansietà rappresenta allora una forma di motivazione (VIA DA).
E’ NEGATIVO MOTIVARSI CON LA PAURA PERCHÉ E’ DISTRUTTIVA.
Per avanzare è meglio crearsi immagini mentali positive.“Un giorno la paura busso' alla porta, il coraggio ando' ad aprire e non trovo' nessuno.

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sabato 7 settembre 2013

Voi siete parte di un protocollo?


Voi siete parte di un protocollo?


La tua vita è un protocollo? 
Potete usare nella vostra vita il vostro cervello o dovete seguire.... il protocollo? 
Usate il protocollo per giustificarvi? 
Usate il protocollo per scaricare le vostre responsabilità? 
Quante morti sono giustificate per aver seguito un protocollo? 
Quante vite non si sono potute salvare a causa di un protocollo? 
L'uomo è una pecora o è dotato di un cervello in grado di elaborare delle strategie? 
Fate sempre le stesse cose perché si è sempre fatto così. O ragionate e trovate nuove strade? 

Come già accennato su facebook https://www.facebook.com/cervelloistruzioniperuso oggi affrontiamo l'argomento protocolli ....  non in questo senso ma nel significato di complesso di regole e procedure cui ci si deve attenere in determinate attività, p.e. in medicina nel prescrivere una certa terapia.

............ Se siete persone ......., e io ritengo che lo siete perché leggete i miei articoli, ... che vi assumete le vostre responsabilità ...... non vi sentite profondamente offesi? 
Per arrivare a ricoprire un ruolo in una struttura pubblica, azienda, ecc. chi vi assume verifica che abbiate le capacità quindi siete in grado secondo vostra responsabilità di svolgere il lavoro richiesto.
Non solo ma prima di arrivare li avete usato una caratteristica .... scientificamente provata che è quella di apprendere e a tale proposito ricordo agli appassionati di protocolli cosa vuol dire apprendere.
APPRENDIMENTO  Processo di acquisizione di conoscenza basato sull'esperienza. Processo cumulativo in cui gli individui assimilano gradualmente entità sempre più complesse e astratte (concetti, categorie, schemi di comportamento o modelli).
Altra caratteristica usata sin dalla vostra infanzia è la capacità di pensiero .... ricordiamo anche questo significato......
Processo mentale per farsi una raffigurazione del mondo, per agire secondo i propri obiettivi, piani, desideri. Implica manipolazioni di informazioni per dar luogo a concetti da utilizzare per prendere decisioni e risolvere problemi.
L'uomo inoltre genera ....
MODELLI MENTALI   rappresentazione di situazioni per prevedere eventi, fare ragionamenti, dare spiegazioni.
Ed è in grado di ragionare.....
RAGIONAMENTO : componente essenziale del pensiero umano, che è dotato di alcune regole logiche.
Bene nella vostra vita avete studiato.... dall'età di sei anni avete fatto elementari, medie, liceo, università, tirocini vari, corsi di specializzazione, master, esperienze varie e ..... dove vi assumono anziché dirvi devi fare questo e lasciare a voi l'organizzazione e le scelte ... vi dicono ... traduco pragmaticamente la frase ..... Caro pinco pallino io lo so che tu hai esperienza, ma non me ne può fregare di meno. Per me andava bene anche un cerebroleso .... ritengo che tu lo sia e quindi per evitare di fare stupidatine segui il protocollo .... fallo e così ti scarichi tutta responsabilità di prendere decisioni.
FANTASTICO.
Confessate quanti di voi (lavoratori autonomi e professionisti) vorrebbero lasciare il proprio lavoro per andare a fare lo spazzino o la guardia forestale.
Altro che numero chiuso......
Io non riesco a seguire i protocolli e nemmeno a stare zitto quando le cose si possono migliorare e non si fa così perché si è sempre fatto così.
Voi pensate che i grandi geni della storia seguivano i protocolli? 

Pensateci..... e promuovete il cambiamento.
Di seguito alcuni dei vostri commenti su facebook:
La parola "protocollo"...mi toglie l'aria :mi da il senso di barriera invalicabile.Il "protocollo"ci obbliga ad uno stop per essere valutati,analizzati,a prescindere dal fatto che ce ne sia davvero una necessità personale ed obiettiva.Rallenta i tempi di azione,toglie velocità e mordente alle possibili soluzioni

Un uomo si sentiva oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro di spirito. “Non ce la faccio più! Questa vita mi è insopportabile”. Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: “Queste sono le tue sofferenze”. Tutta l’acqua del bicchiere si intorpidì. Il maestro la buttò via, prese un’altra manciata di cenere e la fece vedere all'uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare. La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente come era prima. “Vedi? - spiegò il maestro - Ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d’acqua o il mare!”

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sabato 10 agosto 2013

A volte non e' facile aprire la propria mano .....

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a volte non è facile aprire la propria mano, ma è necessario

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Anteprima - PNL con i Bambini - Guida per Genitori - Libro di Eric de la Parra Paz

Quando un essere umano diventa genitore, una cosa è chiara: non potrà essere mai più la persona di prima. E diventato guida, consigliere, amico, addestratore, compagno, medico, e molte altre cose ancora nei confronti di un altro essere che chiama suo "figlio". Ma sorge una domanda: è pronto per questo compito? Le formule che conosce per trionfare nella vita sono state efficaci? Ricorda che cosa significa essere bambini? E qui che cominciano i problemi... I bambini, nascendo, non arrivano con un manuale di istruzioni, sono qualcosa di più grande di qualunque cosa conosciuta sul nostro pianeta, e quindi occorre una conoscenza precisa dell'identità e dell'essenza dell'essere umano per relazionarci con loro.

Sappiamo davvero che cosa vuol dire essere un bambino? Osserviamo da vicino questa qualità: essere bambini significa credere nell'amore puro, nella bellezza al di là della forma, nelle storie; significa essere così piccoli che fate e folletti possono avvicinarsi e sussurrarci qualcosa all'orecchio; significa trasformare le zucche in carrozze, i topi in destrieri, le meschinità in cose sublimi, un niente nel tutto. Ogni bambino ha dentro l'anima la sua fata madrina che lo guida nel mondo dell'immaginazione, alla scoperta di forme di vita migliori per lo spirito umano perché si basano sulla naturalezza, sulla semplicità, sulla fratellanza e sull'amore. I bambini vivono nell'idea che è questo è un mondo di speranza. Quando un bambino nasce incarna le qualità più elevate della vita, esattamente come una pietra, una pianta e un animale.

Ricordate il detto: Dio dorme nel minerale, cresce nel vegetale, si muove nell'animale, pensa nell'uomo e ama nell'angelo.

Il bambino, nel suo contesto unico, possiede la prima e ultima libertà: arrivare a essere o a non essere.

Tocca a lui scegliere tra il mondo dei vivi o il mondo dei morti viventi; e, anche se possiamo non crederci, è solo questione di scelta. Perché la sua scelta sia quella giusta, il bambino ha bisogno di un premuroso e profondo aiuto da parte dei genitori, degli insegnanti e delle persone che gli sono vicine.

Erich Fromm diceva giustamente che "il tragico destino degli uomini è morire prima ancora di essere nati".Vivere così è il peggiore tradimento nei confronti della vita.

In più occasioni mi è capitato di parlare di un fatto che tutti abbiamo sperimentato nella scuola, ovvero che molti insegnanti ci insegnano delle formule per trionfare nella vita che loro non hanno messo in pratica, poiché, purtroppo, conducono spesso una vita priva di colore e con una visione non molto elevata. Lo stesso accade con i genitori, molti dei quali esigono dai figli comportamenti e atteggiamenti che non hanno mai vissuto né messo in atto.

Questo è precisamente l'obiettivo di questo libro: fornire a chi è diventato genitore una guida che lo aiuti nel compito di enorme responsabilità di educare un essere umano che ha in sé la speranza di piantare nel suo mondo i semi che favoriscano l'evoluzione di un uomo nuovo. Il primo dovere di un genitore o di un educatore è conoscere quel piccolo essere che comincia una nuova vita, aiutarlo a crescere nel massimo rispetto, permettergli di manifestare le sue potenzialità senza soffocarle, senza tradire i motivi per cui è stato messo al mondo.

Chi viene al mondo perde, per il fatto stesso della recisione del cordone ombelicale, il contatto fisiologico con la madre. Ma esiste un altro cordone ombelicale che gli adulti devono evitare di tagliarla qualunque costo e sotto nessun pretesto: la fondamentale parentela con la totalità dell'universo, con tutte le altre espressioni della vita, anche se non sono umane. Chi conserva questo secondo cordone ombelicale per tutta la vita, si nutre di quel meraviglioso quid che lo fa sentire partecipe dell'armonia cosmica e gli consente di sintonizzare il proprio ritmo vitale sul ritmo e sull'armonia della totalità della vita.

Se conserva questo contatto non sarà mai solo, e occorre evitare che i suoi educatori recidano questo secondo cordone con le loro idee, i loro atteggiamenti, convinzioni, valori e modi di vivere. Con il taglio del cordone ombelicale fisico, il bambino viene separato dalla sicurezza materiale, dal paradiso che lo unisce alla madre. Con la recisione del cordone ombelicale spirituale, per chiamarlo così, che lo unisce all'Universo e oltre, l'uomo perde quell'intima respirazione che lo rende libero dall'infelicità, dall'oscurità interiore, dalla solitudine, dalla limitazione e dalla sterilità spirituale.

Sui templi della Grecia antica era incisa la frase: "Uomo, conosci te stesso", perché in questo modo conosciamo anche il mondo e l'Universo. Questo libro si basa su questo principio, della cui verità siamo convinti. Per educare e aiutare i figli nel cammino della vita è importante conoscere prima di tutto noi stessi; solo così potremo aiutare i nostri figli a vivere. L'umanità odierna cammina tranquillamente e inconsciamente verso l'abisso, in cui rischia di precipitare in qualunque momento trascinando con sé i propri figli. L'unica possibilità per evitarlo è fermarsi, radicarsi in un livello più elevato di energia attraverso una lucida consapevolezza, e riflettere umilmente su alcune verità.

L'uomo potrebbe incominciare questo percorso a ritroso, questo ritorno a una vita di saggezza, riconoscendo alcuni errori di base troppo importanti per continuare a ignorarli, creando di nuovo un giusto rapporto con i piccoli e innocenti rappresentanti della nostra specie (i bambini), e riallacciando il dialogo con la vita che ha interrotto da tanto tempo. E interessante come gli adulti si diano continuamente da fare per migliorare il rendimento dei cavalli da corsa allo scopo guadagnare più denaro, creare incroci o modificazioni genetiche per ottenere piante e frutti migliori, più ambiti dal mercato, ma non cerchino di trovare il modo per far evolvere la specie umana.


Non possiamo assolutamente aspettare ancora per dedicarci al compito di creare un nuovo essere umano fin dalla sua più tenera età, perché c'è una risorsa molto difficile da recuperare se la perdiamo: il tempo. Oggi i bambini sono disposti a vivere e a imparare; domani potrebbe essere troppo tardi anche per la speranza che i figli portano con sé: creare un mondo migliore.