Superstizioni e credenze
Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio.......
Un uomo ogni dieci secondi batte le mani. A chi gli chiede il perché di questo strano comportamento, risponde: «Per scacciare gli elefanti». E quando gli si fa notare che lì non ci sono elefanti, risponde: «Ecco, vedete che funziona».
Da una premessa
erronea, attraverso una logica stringente, si arriva a degli effetti concreti
nella realtà.
Cosa c’entrano gli elefanti con le superstizioni e le credenze?
Ognuno di noi ha i suoi elefanti da cui difendersi
E i suoi rituali da fare per poter scacciare gli elefanti.
Cos'è la superstizione e quando nasce?
La superstizione nasce con l’uomo
Ogni essere umano per il timore dell’ignoto, di un qualcosa
che è sconosciuto
Come può essere il futuro
Ha bisogno di mantenere il controllo
Il futuro ci spaventa perché non sappiamo mai come andranno
le cose
Quindi molto spesso noi andiamo alla ricerca di
rassicurazioni, per quello che è il futuro.
Ci vogliamo rassicurare, vogliamo cercare di prevedere e
mantenere il controllo sull'incontrollabile.
Per questo sin dai tempi più antichi le popolazioni, le
civiltà, hanno sempre fatto un qualcosa per propiziare bene gli eventi.
Pensiamo ai balli scaramantici delle tribù, oppure i
sacrifici animali o umani, sono tutte cose che anche le civiltà anche le più
primitive dei giorni nostri continuano a mettere in atto per poter propiziare
bene gli eventi o scongiurare cose negative.
Anche noi mettiamo in atto ogni tanto dei
rituali.
Es.
Gatto nero che attraversa la strada cosa fate?
Chi evita di passare sotto la scala?
Chi non indossa capi viola?
Oggetti che vi portate dietro perché portano bene?
Sono rituali che noi facciamo perché pensiamo che facendo
quello tutto andrà per il verso giusto.
Quindi che cosa facciamo in realtà?
Attribuiamo un nesso di causa ed effetto tra qualcosa che
compiamo (un comportamento)
e quello che succede nella realtà.
Questo però non è tipico solo degli esseri umani
1940 Burrhus Frederic Skinner è stato uno psicologo
statunitense
compie degli esperimenti molto importanti per quell'epoca
lavorava sul rinforzo
operante
ovvero tutto quel sistema di premi e punizioni che servono
ad insegnare ad un animale un determinato comportamento o una sequenza di
comportamenti.
Durante questi studi scopri qualcosa di divertente
Ed usci un articolo su una prestigiosa rivista di psicologia
americana che si intitolava
La superstizione del
piccione
Che cosa scoprì Skinner?
Scopri che se a dei piccioni chiusi in una gabbia
La Skinner box
Si somministrava in maniera del tutto casuale dei bocconi di
cibo
Dopo poco tempo questi piccioni iniziavano ad avere dei
comportamenti stranissimi
Tipo:
piccione che continuava a girare su sé stesso
altro che alzava ed abbassava la testa ripetutamente
altro che muoveva le ali come per volare
che cosa era successo?
Anche i piccioni avevano attribuito una connessione tra il
comportamento avuto un attimo prima della somministrazione di cibo e il cibo.
Anche se successivamente il mais o il chicco di riso veniva
somministrato ancora in modo del tutto casuale
Proprio perché il piccione continuava a ripetere quel rituale
per lui era un rinforzo
Al fatto di pensare che quel comportamento poteva far
riavere un altro poco di cibo da mangiare.
Quindi alla base della superstizione c’è proprio questo
Un attribuire …. Un pensare…. ho fatto questo un attimo
prima mi è andata bene quindi vuol dire che se è andata bene quella cosa tutto
dipende da quello che ho fatto un attimo prima.
Questo succede anche negli sportivi
Se un tennista pensa che fare punto dipenda da come mette il
cappello il punto non è più attribuito alla sua abilità ma al suo rito.
Ci sono degli atleti che finiscono a non fare più nulla se
prima non mettono in atto i rituali.
La concentrazione dell’atleta non è più sulla prestazione ma
sullo svolgere bene quel rituale.
E il tranello è proprio li
Se io non faccio il punto vuol dire che non ho eseguito bene
il rituale.
La differenza tra normalità e patologia sta proprio nel fatto
che ….capita a tutti di vedere un gatto nero e fermarsi …… una volta ogni tanto
……. ed arrivare a non fare più nulla senza la sequenza di quei rituali.
Ci sono persone che sprecano tutta la giornata a fare
rituali propiziatori ….. una trappola veramente grande perché non esiste più la
vita di questa persone.
La vita è solo concentrata nello svolgere al meglio il
rituale.
Tutte le volte che lo faccio rafforzo in me la credenza che
tutto è andato bene perché ho eseguito quella cosa e la rafforzo sempre più a
forza di ripetere quel rituale.
Qui si entra nell'ambito della patologia.
Nell'ambito di quello che viene definito disturbo ossessivo
compulsivo propiziatorio magico.
Esistono vari tipi di rituali i principali sono:
rituali numerici
Per propiziare bene la mia giornata o per scongiurare che
qualcosa vada male io ripeto il mio rituale un certo numero di volte ….. faccio
quella cosa per un tot di volte
Oppure
Rituali a sensazione
Ripeto formule mentali o agisco comportamenti fino a che non
ho la sensazione dentro di me che …. basta così.
Ora anziché andare a ricercare le cause nel passato
concentriamoci su quello che le persone fanno nel presente per risolvere il
problema e anziché migliorarlo lo peggiorano o lo alimentano ed analizziamo le
tentate soluzioni messe in atto da chi soffre di questo disturbo.
Facciamo un esempio:
ho una paura tremenda che mi succeda qualcosa di male
per rassicurarmi comincio a mettere in atto il rituale
il rituale che lì per lì mi dà una sensazione di sollievo
la tentata soluzione che alimenta il problema in virtù del
fatto che una volta che ho messo in atto il rituale
consolido ancora di più la credenza che quel rituale è
importante per fare andare bene le cose
quindi il rituale è una tentata soluzione disfunzionale
Altra tentata soluzione chiedere aiuto rassicurazione di
altri
Faccio un rituale ma non sono sicuro di averlo fatto bene
Chiedo alle persone che vivono con me di guardarmi mentre lo
rifaccio per vedere se lo faccio correttamente.
Questo sistema anziché dare fiducia nelle proprie capacità
le distrugge ancora di più.
Altra tentata soluzione l’evitamento.
Vedo il gatto nero che attraversa la strada ed io evito di
passare di li.
Oppure invitato a cena so che siamo in 13 evito di andare.
Questo evitare cosa insegna a me stesso….
Che se ci fossi andato sarebbe successo qualcosa di male.
Tutte queste tentate soluzioni …… secondo voi ….. aumentano o diminuiscono la fiducia in se
stessi? ……..
O la annullano?
Quando una persona sono diversi anni che mette in atto una
di queste tentate soluzioni non le si può dire …… stai sbagliando.
Non posso spiegare razionalmente ad una persona che si è
invischiata in un problema che in quel modo sta sbagliando.
Quando c’è un problema si è creato un equilibrio un’omeostasi
e resiste a qualunque cambiamento.
Se ad una persona che ripete rituali dalla mattina alla sera
per propiziare le cose che vadano come vorrebbe non le si può certo dire …
‘’guarda che così non va … non puoi continuare così’’
Cosa facciamo in questo modo?
Alimentiamo solo la sua resistenza e lo spaventiamo ancora
di più perché lui ha bisogno dei suoi rituali
Un bisogno estremo perché altrimenti nella sua mente c’è l’idea
che se non farà più quelle cose succederà una catastrofe.
Per risolvere queste situazioni dobbiamo entrare nella
logica del paziente fino a far diventare il rito una tortura.
Se una persona per propiziare la propria giornata fa un
certo numero di rituali tra cui la mattina mi alzo e salto 10 volte perché questo
propizia bene la mia giornata e se non lo faccio sto male.
Continua a farlo ma lo fai come dico io
O eviti di farlo o lo rifai 15 volte puoi non farlo ma se lo
fai una volta lo rifai per altre 15 volte.
Una vota data questa
prescrizione quando il paziente torna dice di non aver più messo in atto il
comportamento
Non abbiamo dato contro alla logica del paziente ma abbiamo
dato a lui il potere della sua ossessione.
Ad avere lui il potere sul suo rituale …….. decido io quante
volte farlo.
Inoltre quel rito diventa qualcosa di imposto, diventa una
tortura tanto che alla fine il paziente lascia cadere il comportamento.
Questo vale per i rituali numerici.
Per quelli che compiono preghiere o visualizzazioni strane
fino ad avere la sensazione in se che basta così
Possiamo utilizzare il posticipare il rituale.
Tutte le volte che ti viene di farlo fallo dopo 10 minuti.
Di seduta in seduta si aumenta il tempo fino a che la
persona capisce che nel tempo che attende non succede nulla e comincia a
riacquistare la fiducia nelle sue capacita e la credenza fobica.
Quindi in terapia prima individuare la tipologia di rituale
individuare se ci sono altre tentate soluzioni, tipo se va dai maghi per esempio.
Questa è un'altra trappola perché sappiamo che se qualcuno
ci dice una profezia saremo noi a metterla in pratica.
Questo è il fenomeno della profezia che si auto adempie.
Storia di Edipo
Edipo, re di Tebe (nella Beozia), è deciso a estirpare la causa di una pestilenza che tormenta la sua città.
Il dio risponde: la citta è contaminata a causa della morte, rimasta impunita, del suo vecchio re Laio; si deve trovare il colpevole.
Edipo sospetta del cognato Creonte e del profeta Tiresia, che, interrogato, si era rifiutato di rispondere; anzi, aveva imputato allo stesso Edipo quel delitto.
A questa situazione dà esito Giocasta, già moglie di Laio e convolata poi, in seguito alla sua morte, a seconde nozze con Edipo.
Giocasta invita il marito a non dare ascolto a nessun oracolo e a nessun profeta; anche a Laio - sostiene - il dio aveva detto che sarebbe stato ucciso da suo figlio, e invece l'unico figlio di Laio morì appena nato.
Edipo, re di Tebe (nella Beozia), è deciso a estirpare la causa di una pestilenza che tormenta la sua città.
Il dio risponde: la citta è contaminata a causa della morte, rimasta impunita, del suo vecchio re Laio; si deve trovare il colpevole.
Edipo sospetta del cognato Creonte e del profeta Tiresia, che, interrogato, si era rifiutato di rispondere; anzi, aveva imputato allo stesso Edipo quel delitto.
A questa situazione dà esito Giocasta, già moglie di Laio e convolata poi, in seguito alla sua morte, a seconde nozze con Edipo.
Giocasta invita il marito a non dare ascolto a nessun oracolo e a nessun profeta; anche a Laio - sostiene - il dio aveva detto che sarebbe stato ucciso da suo figlio, e invece l'unico figlio di Laio morì appena nato.
Lo stesso
Edipo aveva avuto un oracolo che gli aveva predetto come un giorno egli avrebbe
ucciso suo padre e si sarebbe unito alla madre.
Proprio allora giunge notizia che Polibo, padre di Edipo, è morto nella sua terra di Corinto. Ma un vecchio servo della casa di Laio solleva infine, tra dolorose reticenze, ogni velo: Edipo è figlio di Laio, che lo espose neonato sulle balze del monte Citerone affinché morisse; qui il piccino fu raccolto da Polibo, che lo adottò come suo.
Edipo, udendo il racconto e rendendosi conto di quel che è accaduto, si trafigge gli occhi con due fibbie, e diventa cieco, mentre Giocasta si strangola con un laccio. Creonte viene eletto re di Tebe.
Proprio allora giunge notizia che Polibo, padre di Edipo, è morto nella sua terra di Corinto. Ma un vecchio servo della casa di Laio solleva infine, tra dolorose reticenze, ogni velo: Edipo è figlio di Laio, che lo espose neonato sulle balze del monte Citerone affinché morisse; qui il piccino fu raccolto da Polibo, che lo adottò come suo.
Edipo, udendo il racconto e rendendosi conto di quel che è accaduto, si trafigge gli occhi con due fibbie, e diventa cieco, mentre Giocasta si strangola con un laccio. Creonte viene eletto re di Tebe.
Il paradosso della superstizione è che essere superstiziosi
porta sfortuna.
Per approfondire:
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