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lunedì 8 aprile 2013

Amicizia .... finché abbiamo degli amici il presente vale la pena di essere vissuto

Amicizia .... finché abbiamo degli amici il presente vale la pena di essere vissuto 

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Mappa dei livelli di pensiero

Sarete penso un poco confusi ...... un titolo che fa riflettere ..... dei filmati molto interessanti .... e cosa hanno a che fare queste 2 immagini?
Rifletteteci un attimino........TIC ...... TOC 

Come posiamo renderci conto se un'amicizia è sincera?

Uno scorpione  vuole attraversare un fiume ma non sa nuotare.
Chiede a una rana  di traghettarlo. La rana non si fida ma lo scorpione la rassicura: “se ti pungessi annegherei”. La rana generosamente accetta, ma a metà percorso lo scorpione la colpisce con il suo aculeo velenoso. La rana, disperata e morente, gli chiede “Perché?”. Lo scorpione, prima di morire annegato, risponde “È la mia natura”.

"È la mia natura”

L'amicizia, se analizziamo la scala dei livelli logici, da un mio punto di vista, riguarda i livelli più alti: chi e spirito.
E come al solito partiamo da lontano ........


Secondo voi oggi si può ancora parlare di legami di amicizia?
Se ci penso ... questa domanda la definirei una orzata per non essere scurrile.
Cosa vuol dire oggi?
Ieri era diverso?
Chi dice si lo inseriamo nella confezione da 6 di orzate.
Da quando sul pianeta terra si è iniziato ad interagire tra esseri umani i rapporti di amicizia si sono instaurati e sono andati avanti invariati sino ad i giorni nostri.
Analizziamo come comunemente ed erroneamente l'essere umano intende l'amicizia.
Negli affari viene intesa come opportunità per fare utili . Nella politica  per il potere .
Gli amici di vicinato, lavoro o di vacanza e quando cambiamo residenza, lavoro o  terminiamo la vacanza finiamo per lasciare i vecchi amici con la rpomessa di rivederci ..... .
E..... dove vogliamo lasciare gli amici che ti permettono situazioni di privilegio ..... la raccomandazione .... il posto di lavoro .... il posto prima di altri in ospedale .... la casa ad affitto agevolato ... la pensione di invalidità   ... l'aiuto nell'usare il computer ..... il consiglio giusto...... e il vaffanculo? Ci si lamenta dello sfruttamento infantile ... della prostituzione ... dei lavoratori ... e degli amici???????????? 

 Il mondo moderno (Teoria di Talcott Parsons, Il sistema sociale, Comunità, Milano 1965) è caratterizzato dal passaggio dai ruoli particolaristici, ascritti, ed emotivi a ruoli universalistici, acquisiti e neutrali. L'amicizia appare, perciò, come un anacronismo e, per di più, fonte di ingiustizia. In una società giusta le posizioni vanno attribuite non in base all'amicizia, ma al merito valutato in modo imparziale. I servizi sociali devono erogare le loro prestazioni non ai raccomandati, ma a tutti. Un sistema amministrativo infiltrato dall'amicizia è clientelare, mafioso, ingiusto. Molti, perciò, pensano che l'amicizia sia una sopravvivenza del passato. Qualcosa come la lealtà feudale, oppure la magia o il folklore. Secondo costoro l'amicizia, col passare degli anni, perde di importanza, ed il suo destino è di scomparire per lasciare il posto a rapporti impersonali ed obiettivi. Altri ritengono che l'amicizia riuscirà a sopravvivere, ma confinata accuratamente alla sfera dell'intimo, senza alcuna contaminazione con gli affari, i pubblici uffici e la politica.

Sono abituato a finire le frasi e quella penso più famosa dovrebbe suonare così:
un amico è per sempre .......... o almeno fino a quando ti torna utile.
Il sentimento dell'amicizia continua ad essere una componente essenziale della nostra vita e ritengo che la sua struttura essenziale, ciò che la distingue da tutti gli altri tipi di relazione interpersonale, non è cambiata.
Confucio  elencava cinque tipi fondamentali di relazioni interpersonali.
La relazione fra imperatore e suddito, quella fra padre e figlio, la relazione fra uomo e donna e quella fra fratello maggiore e fratello minore. Tutti e quattro questi tipi di relazione sono gerarchici, fra superiore ed inferiore.
Esiste però una quinta relazione che non è gerarchica, ma avviene fra uguali: è l'amicizia.
La parola amicizia non ha un solo significato, ma diversi.
Per Aristotele  la distinzione più importante è quella fra amicizia fondata sull'utile e quella fondata sulla virtù, l'unica che merita il nome di vera amicizia (Aristotele, Etica Nicomachea, Laterza, Bari 1979, pag. 195 e segg.).
Usiamo quindi delle parole che meglio identificano la relazione, nella maggioranza dei casi, la parola amicizia ha ben poco a che fare con quello che noi intendiamo quando pensiamo ad un vero amico.

Semplici conoscenti. La maggior parte delle persone che consideriamo nostre amiche sono, in realtà, solo dei conoscenti. Persone, cioè, che non ci sono lontane come la totalità amorfa degli altri. Sappiamo che cosa pensano, che problemi hanno, li sentiamo affini, ci rivolgiamo a loro per aiuto e li aiutiamo volentieri. Abbiamo con loro buoni rapporti. Però non abbiamo una profonda confidenza, non raccontiamo loro le nostre ansie più segrete. Vedendoli non ci sentiamo felici, non ci viene spontaneo di sorridere. Se hanno successo, o ricevono un premio, o hanno un colpo di fortuna, non ci sentiamo felici come se fosse successo a noi. In molte amicizie di questo tipo c'è addirittura invidia, maldicenza, antagonismo. I rapporti ostentatamente cordiali, talvolta, coprono una realtà conflittuale, o una profonda ambivalenza. Certo, queste persone non ci sono estranee, ci sono anzi vicine.

Solidarietà collettiva. Gli amici sono tutti coloro che stanno dalla nostra parte, per esempio in una guerra. Da un lato gli amici, dall'altro i nemici. Questo tipo di solidarietà non ha nulla di personale. Colui che porta la mia stessa divisa è amico; ma di lui non so nulla. A questa stessa categoria appartengono le forme di solidarietà che si costituiscono nelle sette, nei partiti e nelle chiese. I cristiani si chiamano fra loro fratelli o amici. I socialisti compagni, i fascisti camerati. Siamo sempre, però, in presenza di legami collettivi, non di rapporti rigorosamente personali.

Relazioni di ruolo. Abbiamo qui l'amicizia secondo l'utile, sia quella dei soci in affari, sia quella dei politici. Questo tipo di legami ha ben poco di affettivo, e dura finché dura l'utile da salvaguardare. Vi troviamo, inoltre, molte relazioni professionali, fra colleghi di lavoro e fra vicini di casa.

Simpatia e amichevolezza. Relazione con persone con cui ci troviamo bene, che ci sono simpatiche, che ammiriamo. Anche in questo caso, però, occorre essere prudenti ad usare l'espressione amicizia. Spesso si tratta di stati emotivi labili, superficiali.

Confrontiamo ora l'amicizia con una forma di amore con cui, spesso, viene confusa (per esempio  J.M. Reisman e, ancor più gravemente, A. Douglas, Friends: a trae story of male love, Coward, McCann & Geoghegan, New York 1973. Lo stesso avviene nel caso del bel libro di Robert Brain, Friends and Lovers, Basic Brooks, New York 1976.): l'innamoramento .
Sgombreremo il campo mostrando che sono due fenomeni diversissimi, addirittura opposti. L'innamoramento è un fatto, un accadimento, che ha un inizio definito. Alla sua origine c'è lo stato nascente (Francesco Alberoni, Innamoramento e amore, Garzanti, Milano 1979), una folgorazione, una rivelazione. L'amicizia, invece, non diventa se stessa con una rivelazione unica iniziale, ma con una serie di incontri e di approfondimenti successivi.
Un'altra differenza fra innamoramento e amicizia è che non esiste un innamoramento vero ed uno meno vero. Non ci sono gradi di innamoramento: moltissimo, molto, abbastanza, un poco. Se dico «sono innamorato», dico tutto. L'innamoramento segue la legge del tutto o del nulla. L'amicizia, invece, ha tante forme e tanti gradi. Va da un minimo verso un massimo di perfezione. L'amicizia può essere piccola, solo un moto dell'animo, oppure grande, grandissima. L'innamoramento è perfetto fin dall'inizio. L'amicizia, invece, muove verso il di più. Quando parliamo di amicizia abbiamo presente sempre anche un ideale, una utopia.
L'innamoramento è una passione.
Nella passione c'è, infatti, sempre anche un soffrire. L'innamoramento è estasi, ma anche tormento. L'amicizia, invece, ha orrore della sofferenza. Quando può la evita. Gli amici si cercano per stare bene insieme. Se non ci riescono, tendono a lasciarsi, a mettere un po' di distanza fra di loro. Un'altra fondamentale differenza è che io posso innamorarmi di qualcuno e non essere corrisposto. Non per questo cesso di essere innamorato. L'innamoramento nasce senza reciprocità e ne va alla ricerca.
L'amicizia, invece, richiede sempre, mi pare, una qualche reciprocità. Io non resto amico di uno che non è mio amico.
Nell'innamoramento costa sempre una terribile fatica lasciare chi si ama. Per liberarmi di un innamoramento non corrisposto, io devo esercitare una violenza su me stesso, odiare l'altro. Ma l'odio per l'amato è, a sua volta, una sofferenza, la più atroce delle sofferenze. Nell'amicizia, invece, non c'è spazio per l'odio. Se io odio un mio amico non sono più suo amico, l'amicizia è finita. Nell'innamoramento la persona amata è trasfigurata. È ad un tempo lei stessa e più che lei stessa. L'amato è duplice: il concretissimo essere davanti a me e la divinità che incorpora in sé tutto il possibile del mondo, tutto ciò che io proietto in lui. L'amore è rivelazione di qualcosa che ci trascende. La preghiera verso l'amato è un grido di disperazione. L'amico, invece, non è trasfigurato.
Dall'amico mi aspetto che condivida l'immagine che ho di un me stesso o, perlomeno, che non se ne allontani troppo. Anche se la sua valutazione è positiva, non deve essere esagerata. Se è troppo favorevole mi dà l'impressione di adulazione. Se è troppo negativa, se si allontana troppo da ciò che io penso di me, allora non mi rende giustizia e, quindi, contraddice una esigenza base dell'amicizia. I due amici, cioè, devono avere delle immagini reciproche simili. Non identiche, naturalmente, perché allora non ci sarebbe nulla da scoprire, ma senza eccessive dissonanze. Da un amico, perciò, io mi aspetto che non mi fraintenda. Tutti mi possono fraintendere, ma non un amico. Se un amico mi fraintende, è finita.
Guardiamo ora la scala dei livelli logici l'amicizia si posiziona sulla identità e sullo spirito quindi tutto ciò che avviene al di sotto non deve andarla ad intaccare.
Se commettiamo un torto nei confronti di un amico .. il torto è un comportamento molto al di sotto del livello della amicizia. Se si è veramente amici qualsiasi cosa accada o si dica, rientrando nei livelli inferiori dei livelli logici, non va ad intaccare il sentimento.
Se un pagliaccio fa ridere i bambini in un reparto oncologico (comportamento) non vuol dire che è una persona stupida (identità).
State molto attenti al subdolo meccanismo del "se ...... allora sei..."
Il mio personale concetto di amicizia è accettare la persona così com'è ... con le sue paturnie e le sue convinzioni, il suo carattere, le sue scelte, ecc. e dare tutto me stesso incondizionatamente al di la del giudizio altrui e della propria vita.
Spero che al di la di cosa pensano i sociologi siate in tanti ad arricchire il mondo di sentimenti sinceri.
Attendo i vostri commenti.

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