"Se veramente esiste la possibilità di incontrare delle voci del passato, se c’è un musicista che io vorrei incontrare questi è Mozart. Se potessi scegliere non chiederei Bach, Leonardo, Michelangelo, ma Mozart, perché vorrei capire chi era quest’uomo, perché dentro di lui c’è una forza talmente fuori della natura, neppure soprannaturale, da lasciarti sgomento. Mozart ti dà l’idea di qualche cosa in più che esiste da qualche parte e che in lui si è fatta musica, si è fatta umana".
(Riccardo Muti)
A duecento cinquant’anni dalla nascita, e nonostante le infinite indagini letterarie e la illimitata saggistica, il più grande musicista e forse artista di ogni tempo rimane ancora un mistero, nonostante che il fervore di iniziative suscitate dalla suddetta ricorrenza, abbia provocato anche il riesame di certi luoghi comuni diffusi da tempo sulla sua vita e sulle sue opere: infatti non sappiamo ancora con sicurezza come è morto né come è davvero vissuto.
I presupposti che sono alla base dell’ideologia progressista non sono mai stati messi in seria discussione. Nel presente saggio l’autore con penetrante chiarezza e freschezza d’immagini aiuta a comprendere l’illusoria fede nel progresso.
Il libro ha il dono di esprimere le verità più profonde della metafisica in un linguaggio semplice e gradevole, tale da sapersi distinguere dalla selva di pubblicazioni che affrontano - spesso in maniera confusa, o complicata - la sfera della conoscenza spirituale.
"Un'indagine storica sobria e documentata. Un resoconto incisivo e, spesso, sconvolgente che ricorda atutti come, in certi periodi, la chiesa e la camera delle torture fossero terribilmente vicine..."
The Sunday Telegraph
"Michael Baigent e Richard Leigh hanno fatto un'eccellente opera di divulgazione, con tutti i requisiti per attirare il grande pubblico. Un libro dal ritmo serrato e accattivante."
The Financial Times
"Una storia sensazionale! Questo scandalo e durato troppo a lungo."
The Times
Nell'estate del 1206 il monaco spagnolo Domenico Guzmán, futuro fondatore dell'ordine dei domenicani e santo, si trovò a viaggiare attraverso il Sud della Francia e s'imbatté in uno spettacolo, per lui, sconvolgente: l'eresia dei Catari era in piena espansione e raccoglieva masse di proseliti. Per combattere tale scisma (che teorizzava la superiorità dell'esperienza diretta del divino da parte di ogni persona, in aperto contrasto con l'autorità costituita della Chiesa, i suoi dogmi e i suoi riti), Domenico mise in piedi un'organizzazione che sarebbe diventata la pietra angolare dell'Inquisizione, inaugurata formalmente da papa Gregorio IX a partire dal 1231.
Fu così che ebbe origine una delle istituzioni più discusse che la civiltà occidentale abbia prodotto: in nome della fede furono torturate e uccise migliaia di persone, il più delle volte accusate di reati assai improbabili. Dopo aver raggiunto l'apogeo con Torquemada, nella Spagna del quindicesimo secolo, e con la Controriforma in Italia, nel secolo successivo, l'Inquisizione arrivò anche nel Nuovo Mondo e, in realtà, fu dichiarata ufficialmente conclusa solo nel 1908. Tra le sue vittime, ebrei, arabi, filosofi come Giordano Bruno, presunte streghe.
Nel loro sconvolgente resoconto, gli autori dimostrano in maniera documentata come la Chiesa nel suo insieme si sia appropriata delle istanze dell'Inquisizione (e anche di alcuni suoi strumenti, dalla scomunica alla messa all'Indice dei libri scomodi) per controllare e manipolare qualunque informazione in grado di interferire nella propria sfera d'azione. E le più recenti controversie sui rotoli del Mar Morto dimostrerebbero che tale atteggiamento è ben radicato anche nel presente.