LA PERCEZIONE
Solo in condizioni particolari, come le percezioni mutanti, possiamo renderci conto che il processo percettivo non è automatico.
Per cui la percezione, non è una risposta passiva e frammentata, ma un’organizzazione immediata, dinamica dei dati della realtà.
Essa conduce a segmentare il flusso continuo dell’esperienza in unità distinte (singoli oggetti, frasi, suoni, ecc.) con le loro proprietà e relazioni immediatamente evidenti.
Secondo la psicologia del senso comune, le immagini percettive (o percetti) corrisponderebbero fedelmente alla realtà fisica, come una fotografia.
Questa teoria, detta “realismo ingenuo”, postula l’esistenza di una perfetta corrispondenza fra realtà fisica e vissuto percettivo.
Per la psicologia scientifica le cose stanno diversamente, in quanto il mondo percettivo non è la copia esatta dell’ambiente che ci circonda, ma il risultato di una serie d’elaborazioni e d’attività svolte dall’organismo.
Le principali teorie: la teoria empirista
Secondo la teoria empirista di von Ferdinand Ludwing Herman Helmholtz (1821-1894), le ripetute esperienze con la realtà fisica e l’apprendimento conseguente fornisce un contributo essenziale alla percezione degli oggetti.
Presi a sé i dati sensoriali sono frammentari e danno origine ad un enorme canovaccio di sensazioni elementari.
Le sensazioni sono integrate con altre informazioni e sintetizzate nella percezione dell’oggetto grazie a meccanismi d’associazione sulla base dell’esperienza passata.
Per cui l’individuo, in base all’esperienza passata, compie una sorta di ragionamento inconsapevole, in virtù del quale corregge e integra le sensazioni elementari che sta in quel momento sperimentando
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Le principali teorie: la scuola della Gestalt
Secondo Kurt Koffka (1886 – 1941) la percezione non è preceduta da sensazioni, ma è un fatto primitivo e immediato, non è causata da fattori estranei al processo stesso (come le associazioni, le inferenze o i giudizi), ma è il risultato della dinamica interna delle forze che si vengono a creare fra le diverse parti di uno stimolo.Il campo percettivo si auto-organizza attraverso la distribuzione dinamica delle forze percettive.
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