Tuca tuca ...... il tatto
La relazione tatto-vista è già presente probabilmente nel primo mese di vita: il piccolo esplora gli oggetti mettendoli in bocca.
Ad esempio, tramite la percezione tattile orale i bambini di 1 mese esplorano due succhiotti (senza vederli), successivamente mostrando gli stessi succhiotti i bambini hanno preferito quelli di cui avevano sperimentato la percezione nella bocca (Meltzoff, Borton, 1979).
Si tratta di una percezione inter-modale: ciò che conosco attraverso una modalità percettiva (tatto) lo trasferisco ad un’altra modalità (vita).
Ciò potrebbe significare che c’è già una rappresentazione mentale rudimentale dell’oggetto.
Gli stimoli tattili assumono anche forti connotazioni affettive, basti pensare alle coccole, all’allattamento, al cullare. Inoltre, si è visto che l’essere toccati in modo rassicurante e protettivo stimola la produzione di
ormoni della crescita e di ormoni che promuovono affiliazione e vicinanza.
Le esperienze tattili, comprese quelle di dolore, vengono memorizzate a livello implicito (cioè non consapevole e automaticamente) nel corpo, per cui bambini che hanno ricevuto da piccoli cure mediche,
mostrano ipersensibilità al dolore.
Nel neonato l’organizzazione nervosa deputata al trasporto verso il cervello degli stimoli sensitivi si sviluppa rapidamente, mentre le vie inibitorie, che dal cervello modulano l’intensità degli stimoli in arrivo,
maturano più lentamente.
Ciò significa che il piccolo esperisce dolore in maniera più intensa rispetto agli adulti (lo sviluppo delle vie inibitorie si ha solo dopo alcune settimane).
In ambito pediatrico si utilizzano scale di valutazione del dolore che fanno riferimento all’osservazione allo stato di coscienza (se sveglio e vigile non prova dolore, se è difficile da risvegliare il dolore è costante e non
controllabile).
Coi bambini più grandi (età prescolare) si osservano altri comportamenti: espressione del visto, presenza di pianto, posizione del corpo. Inoltre si può far riferimento anche a parametri fisiologici, come
sudorazione, battito cardiaco, ritmo respiratorio …
Ovviamente, se il bambino sa esprimere ciò che sta percependo, si fa riferimento anche alla descrizione che egli ne offre.
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