lunedì 25 luglio 2011

Qualcosa di sconosciuto Nel Mondo dei Fenomeni psichici Cortometraggio Documentario Libretto Inchiesta Telepatia Precognizione Psicocinesi Visione remota Spiritual healing

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Something Unknown - DVD


Something Unknown - DVD


Nel mondo dei fenomeni psichici


Dettagli

Pensi a una persona e lei improvvisamente ti chiama. Una mattina ti svegli con le immagini di un sogno che dopo qualche giorno ti ritrovi a vivere. Semplice coincidenza? Almeno una volta nella vita capita qualcosa che stuzzica la nostra curiosità verso quel confine tra visibile e invisibile…
È davvero possibile connettersi alla mente di un’altra persona (telepatia)?
Oppure prevedere il futuro (precognizione)?
Il pensiero può interagire con la materia (psicocinesi)?
Si possono vedere con la mente  oggetti e luoghi lontani (visione remota)?
O guarire attraverso pratiche spirituali?
Dalle antiche culture sciamaniche alla moderna civiltà, molte persone lo affermano.
E allora, qual è il confine tra reali abilità della mente e banale frode?
Un viaggio nel mondo dei fenomeni psichici interrogando la scienza e gli esperimenti che analizzano il complesso e affascinante rapporto mente-corpo, mente-materia, mente-mondo.

All'interno di ogni DVD un splendida storia da scoprire.

Quando l’immaginazione gioca con la realtà, l’ispirazione in un istante può diventare visionaria. Piccoli film e animazioni, accuratamente selezionati, che raccontano con la leggerezza di un soffio le infinite possibilità della vita.

All'interno di questa confezione un fantastico libro inchiesta da sfogliare.

Something unknown - oltre il visibile : Un approfondimento sulle possibilità creatrici della mente attraverso un confronto aperto con Raffaele Morelli (psichiatra e psicoterapeuta), Marino Niola (antropologo), Igor Sibaldi (studioso di teologia e di storia delle religioni) e Massimo Polidoro (segretario nazionale CICAP).

Cofanetto EcoFriendly

Il Documentario (105 minuti circa)
I Contenuti Extra (3 minuti circa):
  • Un Cortometraggio da scoprire
Il Libro inchiesta 36 pagine

Estratti dal libro Something Unknown: oltre il visibile.

A cura di Elena Canavese, direttore editoriale del mensile di cinema duellanti

Il problema centrale è riconoscere le illusioni, ossia le proiezioni, il futuro, le aspettative, che non risiedono nell'anima. Per comprendere l'anima è necessario osservare il seme di una pianta per accorgersi che in sé è già racchiuso il fiore che verrà, e con il fiore anche l'immagine di sé, la sua semenza, la sua fioritura. Se tu non realizzi ciò che sei, la tua sarà una vita spesa inutilmente – Gurdjieff direbbe un aborto. Ognuno di noi è qui per realizzare ciò che caratterizza la sua pianta, non c'è separazione tra il fiore, le radici e le foglie, se osserviamo al di là del tempo siamo un continuum. 
Raffaele Morelli (psichiatra e psicoterapeuta)
Psicocinesi: "No, grazie" risponde il normalissimo italiano, per la stessa ragione per cui nelle nostre scuole dell'obbligo non si spiega la meccanica quantistica. La nostra cultura è immobile da troppo tempo: che la mente possa muovere qualcosa è un'idea che le risulta indigesta in ogni sua accezione. Da noi la mente non muove nemmeno la storia, la politica, l'economia. Sarebbe non tanto sorprendente, quanto piuttosto offensivo, canzonatorio che muovesse gli oggetti. Negli anni Sessanta, magari, avrebbe avuto un senso coerente. Ma oggi. 
Igor Sibaldi (scrittore, studioso di teologia e di storia delle religioni)
Renée Scheltema - Anteprima - Something Unknown - DVD from Macrolibrarsi on Vimeo.

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Renée Scheltema - Aneprima - Something Unknown - DVD

Una primo assaggio del film - documentario "Something Unknown" diretto da Renée Scheltema

Renée Scheltema - Aneprima - Something Unknown - DVD

Ci sono parole che hanno il potere di aprire mondi, mondi talvolta sconosciuti. Ci sono parole che hanno la forza di evocare un pensiero, un pensiero costruito su immagini. Parole rivelatrici quelle che la regista Renée Scheltema ha scelto per presentare il suo lavoroSomething Unknown, “qualcosa di sconosciuto”. Parole che lavorano sull’immaginario, lo delimitano, lo circoscrivono per poi indagarlo e percorrerlo in profondità. Esplorare le possibilità – infinite – della mente, intrecciare percorsi di senso, costruire traiettorie.
Questa è l’inchiesta che Renée Scheltema ha messo in campo, un progetto complesso e organico, basato su un approccio aperto e al tempo stesso rigoroso. Ha incontrato studiosi, esperti, scienziati, seguendo i loro esperimenti, si è messa in gioco senza mai sottrarsi alla sua responsabilità di testimone. Con la stessa attenzione, con lo stesso sguardo – eterogeneo e il più possibile equilibrato – abbiamo aperto un confronto, invitando Marino Niola (antropologo), Igor Sibaldi (scrittore, studioso di teologia e di storia delle religioni),Raffaele Morelli (psicologo e psichiatra) e Massimo Polidoro (segretario nazionale e co-fondatore del CICAP) a confrontarsi sulle possibilità creatrici della mente, cercando di non emettere verdetti, assoluzioni o accuse. Non vogliamo inseguire risposte, ma far sì che le domande volutamente restino aperte.
Elena Canavese, direttore editoriale del mensile duellanti

Dialogo con la regista Renée Scheltema

Elena Canavese - Da dove nasce e come si è sviluppato il tuo interesse verso ciò che è “unknown”?

Renée Scheltema - La mia prima esperienza risale a quando studiavo Giornalismo e Televisione a Berkeley in California, dopo essermi laureata in Criminologia in Olanda e grazie ad una borsa di studio potevo studiare liberamente, dopo aver viaggiato fino in Sud America non sapendo cos’altro fare. In quel periodo in California chiamavo i miei genitori una volta ogni tre mesi, sia perché non avevo una relazione confidenziale con loro, sia perché era piuttosto complesso riuscire a telefonare.
Infatti dovevo raggiungere una cabina telefonica, e dopo aver introdotto un quarto di dollaro mi rispondeva un’operatrice a cui spiegavo che volevo fare una telefonata a carico del destinatario, così, accettando la chiamata parlavo con la mia famiglia per dieci minuti. Un giorno, ero immersa nei miei libri quando all’improvviso sentii una forza particolare che mi diceva che avrei dovuto chiamare in quel momento, benché avessi telefonato soltanto pochi giorni prima.
Mi sembrava una cosa strana, ma la sensazione che provavo era così forte che ho lasciato che il corpo mi conducesse attraverso i quattro isolati che mi separavano dal telefono. Ricordo la sensazione di stranezza e incredulità che provavo nel percorrere quel tratto di strada. E lo stupore aumentò quando alla chiamata rispose mio fratello, cosa che non accadeva mai perché da molto tempo non viveva più in quella casa. Lui mi spiegò che era appena tornato dall’ospedale dove la notte prima era stato ricoverato nostro padre, e che ora si trovava in terapia intensiva.
Forse, pensai e penso tuttora che questo sia un modo di comunicare tra le persone che si amano molto, che possano esistere modalità di comunicazione oltre quelle convenzionali, come per esempio tra madre e figlio, o come in questo caso tra un padre e una figlia lontana. Questa è stata la mia prima esperienza, ma non ho girato un film per questa ragione, ma per molti altri motivi.

E.C. - Quali sono stati i passaggi successivi?

R.S. - Era il duemila quando decisi che avrei voluto scrivere un film su un viaggio spirituale, il mio, qualcosa però di estremamente diverso rispetto al lavoro che oggi tu vedi. Lavoravo in quel periodo per la televisione olandese, con cui avevo un contratto. Avevo già girato documentari, quindi applicai i medesimi schemi. Dopo un’accurata ricerca mi misi in contatto con alcuni degli scienziati più autorevoli, prima di tutto chiamai il professor Charles Tart negli Stati Uniti perché mi raccontasse dei “big five” i cinque temi su cui lavorava e sperimentava ormai da tempo.
Io non conoscevo quasi nulla di quegli argomenti, nonostante avessi letto molto nella mia vita e proprio in virtù della quantità di libri che avevo studiato rimasi sorpresa nel constatare la mia scarsa conoscenza in materia. E così improvvisamente fu chiaro che avrei voluto scrivere un film mettendo insieme il mio viaggio spirituale e il materiale su cui il professor Tart lavorava.

E.C. - Come hai conosciuto il lavoro degli altri scienziati?

R.S. - Mi sono documentata, si tratta di esperti tutti molto conosciuti, ma anche molto impegnati, con agende molto fitte, con cui risulta difficile parlare. Per quanto riguarda per esempio il professor Gary Schwartz, a lui ho scritto una serie di mail che non ricevettero risposta. E così iniziai con il professor Tart con cui fin dall’inizio avevo instaurato una buona comunicazione. Andai da lui con la telecamera, ma in modo informale, tanto è che dovetti tornarci perché la qualità del materiale girato non mi soddisfaceva.
E considerando che queste persone sono sollecitate continuamente dai media, e dai giornalisti ed essendo anche temi che suscitano molto scetticismo, non mi aspettavo un’accoglienza così calorosa. Ma forse grazie al fatto che lui capì il mio reale interesse e la mia onestà mi aiutò e mi supportò anche nel mettermi in contatto con quegli scienziati più difficili da incontrare, come per esempio il professor Schwartz.

E.C. - Cos’è cambiato nella tua vita dopo questo viaggio?

R.S. - Da una parte, prima ancora che iniziassi a girare mi ero fatta un’opinione, avevo già lavorato a un film, avevo investigato e scritto libri, dall’altra rimasi molto sorpresa nel trovare scienziati così eloquenti che avessero fatto ricerche così complete e approfondite rispetto a un materiale tanto controverso. Scienziati che fossero così rigorosi e profondi verso queste tematiche e avessero tutti trovato prove a supporto dei loro studi. Per esempio vedere come la Cia abbia “probabilmente” impiegato il “Remote Viewing” è stato sorprendente. Sono cambiata molto, sono crescita con il film, nel film, così come cambio e cresco ogni giorno nella mia vita. […]

Com’è nato “Something Unknown”

Verificatisi contemporaneamente intorno a lei un paio di eventi “psichici” curiosi, Renée decide di partire per gli Stati Uniti e incontrare i migliori scienziati, para- psicologi, psicologi, medici che si occupano di ricerca in questo campo.

Renée Scheltema
Renée Scheltema
Renée Scheltema documentarista e fotografa olandese. Dopo la laurea in Criminologia, ha frequentato presso la University of California a Berkeley, la scuola di giornalismo, occupandosi principalmente di giornalismo televisivo e foto-giornalismo. Per venticinque anni Renée ha lavorato per la televisione olandese come regista, produttore e cineoperatore. Alcuni dei suoi documentari, come Hush, A Portrait of Tracy Payne, Seven Days in Burma, The Death Penalty, Portrait of A Zen Couple e The Bus sono stati selezionati in festival cinematografici internazionali. Come fotografa, Renée ha lavorato per riviste e giornali in Olanda, Stati Uniti e Sudafrica. È stata membro della Gamma Liaison di New York, ora chiamato Getty Images. La genesi di Something Unknown: Verificatisi contemporaneamente intorno a lei un paio di eventi "psichici" curiosi, Renée decide di partire per gli Stati Uniti e incontrare i migliori scienziati, para-psicologi, psicologi, medici che si occupano di ricerca in questo campo. Nasce così il documentario Something Unknown
Clicca sul link sottostante per altre informazioni sull'autrice:



Renée Scheltema




Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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sabato 23 luglio 2011

TECNICA DELLA SERENITÀ

TECNICA DELLA SERENITÀ




Sereni? Specifica.....cosa intendi........finiamo domani mattina ...saltiamo questa parte.

Sereno è
Rimanere a letto ancora un po'
E sentirti giù in cucina che
Gia prepari il mio caffè
E far finta di dormire
Per tirarti contro me.

Sereno è
Ricordare il primo giorno che
Sei salita sulla moto mia
Noi due soli senza compagnia
E la volta che hai guidato tu
Dentro al fosso a testa in giù...

Sereno è
Scivolare dentro il mare e poi
Senza il peso dei pensieri miei
Giù nel buio la conferma che
Lassù in alto sempre tu ci sei
Che alla luce aspetti me.

Sereno è
Dare un calcio ai grattacapi e poi
Con un bacio fare pace noi
E sentirmi come tu mi vuoi
Raccontarti un sacco di bugie
Per poi ridere di te!


Stampate la foto dell'asino felice in un formato pratico.... dovrà durare tutta la vita, plastificatela e mettetela nel portafoglio oppure sempre in tasca .... anche appesa dentro una medaglietta dovrete conservarla come se fosse l'unica immagine rimasta di un vostro grandissimo AMORE.
Ogni volta ..ripeto ogni volta che vi sentirete tristi, arrabbiati, stressati, abbandonati dal mondo, perduti, senza speranza, ecc. prendete la foto dell'asino  E ...cominciate a pensare a tutto cio' che avete avuto ed avete di bello nella vita ........dici niente........pensa al solo ..solo ..fatto che puoi vedere....e ...respirare.......
Dopo pochi secondi ti accorgi che la serenità e' tornata....ritira la foto e vai alla conquista del mondo.
Semplice ed efficacissima.
La vita e' ora fatelo subito.
Cio' che volete o dovete fare fatelo subito.......guardare vostro figlio, la moglie o il marito, dare un regalo al vostro migliore amico, accarezzare la sorella o il fratello, fare quella cosa importante che avete rimandato sino ad ora, ecc. FATELO.......LA VITA E' ORA il domani potrebbe non esserci.
Una vostra mail e' sempre gradita.



PER APPROFONDIRE:
I 7 Principi della Serenità


I 7 Principi della Serenità

Il coraggio di essere se stessi oltre la paura


Dettagli




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e
studiate perché e' l'asino che tira il carretto. 

http://cervelloipu.blogspot.com/
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venerdì 15 luglio 2011

Per fortuna che gli esseri umani si ritengono esseri superiori

Per fortuna che gli esseri umani si ritengono esseri superiori





Hans von Osten, conosciuto come "Clever Hans", visse a Berlino a cavallo del secolo.                         Era conosciuto in lungo e in largo per la sua capacita' di risolvere complessi problemi matematici. Il suo talento è stato ancora più sorprendente di quanto si possa pensare - Clever Hans era un cavallo. Quando gli scienziati hanno notato il suo talento hanno viaggiato per esaminare a Berlino e verificare la capacità meravigliosa Hans '. Hanno scritto una equazione su una lavagna e aspettato che la  zampa picchiando al suolo con il suo zoccolo desse il risultato. Quando Hans raggiunse la risposta si fermo'. Anche se a volte commise degli errori, il suo tasso di successo era troppo elevato per essere casualità.  Il verdetto fu' che Hans poteva pensare.









 Credere che gli animali pensano come gli esseri umani è un concetto molto vecchio. Da favole di Esopo per Benjii ci piace immaginare che gli animali sono esseri umani pelosi, proprio come noi. Le volpi sono "furbe", i gufi sono "sapienti" e delfini sono gli esseri più' felici e super-intelligenti del mare. Questa pratica può rovinare il vostro rapporto con il vostro animale domestico.






 Per quanto riguarda Clever Hans, la sua fama di cavallo intelligente ebbe vita breve. Un ricercatore molto astuto ha semplicemente fatto in modo che la persona che faceva domande ad Hans non sapesse le risposte.
Hans è diventato un fallimento immediato.
Vedete, lui in realtà non era affatto intelligente.........oppure gli scienziati erano meno intelligenti di lui?
Hans ha  semplicemente avuto grandi sensi.
Guardava le persone presenti e si fermava di  scalpitare quando  avvertiva alcun cambiamento nel pubblico. Un sopracciglio alzato, un sospiro, una testa che annuiva o la contrazione dei muscoli. Chiunque conosceva la risposta poteva dare indizi quasi impercettibili per il cavallo.





Ma quali sono i suoi poteri straordinari?
È davvero capace di leggere i movimenti microscopici di
chi gli sta di fronte, ossia è capace di «leggere i corpi?
SI.....
Interessante .........un animale sa leggere i corpi umani.......e.........gli uomini no....................
Per fortuna che gli esseri umani si ritengono superiori .
Chi lo dice???


Bush.

Dagli ultimi sondaggi DOXA risulta che una percentuale sempre maggiore di animali si vergogna dell'ignoranza del proprio padrone.


.......................................................Note per il consumatore ......................................................


questo articolo può contenere tracce di arachidi e altra frutta a guscio


Dimostriamo il nostro valore...... iscrivetevi al nostro blog .......lotteremo per la rivalutazione dell'uomo come essere pensante!!!!! .

Allego uno dei miei ultimi video di ritorno dal mare 50 gradi all'ombra ...abbronzatura fantastica ...e i capelli li ho tirati con la super piastra modello Mose' della Mar Rosso spa. Guardate che riga......
Siete un poco invidiosi??????


Da ottobre il giovedì dalle 17 alle 19 tenetevi liberi a Garlasco l'evoluzione continua!
Per evolvervi:


Un Branco di Idioti

Un Branco di Idioti

Un centinaio di «parabole» illuminanti sulle manie e sulle stravaganze della vita quotidiana, divertenti, strane, ricche di saggezza buddhista

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Il libro, traduzione del Sutra delle Cento Parabole, un testo buddhista del VI secolo d.C., contiene 98 brevi apologhi più l'introduzione e l'epilogo, per un totale appunto di 100 brani, suddivisi tradizionalmente in quattro "volumi".
Ogni parabola è una storia a sé, il cui legame con le altre è costituito dalla tipologia umana del protagonista: uno "sciocco", che con il suo comportamento ridicolo mette in luce la stupidità umana e porta il lettore a riflettere.
Ogni storia è poi seguita da un breve commento, una specie di morale che aiuta a comprendere il vero significato della parabola e a meditare sul suo messaggio.

Le Emozioni

Le Emozioni

Etnopsicologie dell'autenticità

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Il cuore spezzato, i nervi a fior di pelle, la gola serrata... l'emozione ci prende, ci possiede. Le nostre emozioni ci appaiono evidenti, ma sono per ciò stesso "autentiche", universali? È quello che hanno creduto i ricercatori nei loro laboratori di fisiologia e psicologia. Ma si sono ingannati. Le emozioni non esistono in sé, bensì solo nella relazione con l'altro. Non v'è dunque da stupirsi se la collera non esiste presso gli Utku e se gli Ifaluk devono "insegnare" la paura ai loro bambini. Le nostre emozioni sono in fondo versioni del mondo e modi di abitarlo. Ed è appunto di questo che si occupano gli etnopsicologi.

Perchè Mentiamo con gli Occhi e ci Vergogniamo con i Piedi?

Perchè Mentiamo con gli Occhi e ci Vergogniamo con i Piedi?

Il linguaggio del corpo: il libro definitivo sulla comunicazione non verbale


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"Sin da bambino, mi sono subito reso conto che le persone non sempre dicono quello che pensano o sentono e che, se fossi riuscito a coglierne i veri sentimenti e a rispondere in modo adeguato alle loro esigenze, avrei potuto indurle a fare quello che volevo. Questo perché oltre il 65% della comunicazione avviene in modo non verbale.
Ovvero, al di là delle parole, occhi, mani, piedi, muscoli facciali tradiscono pensieri, sensazioni, atteggiamenti in maniera inequivocabile. Inequivocabile, sì, ma solo per chi li sa interpretare. Infatti, anche se ci guardiamo allo specchio molte volte al giorno, non sempre ci accorgiamo dei gesti e delle posture che il nostro corpo assume, quando siamo nervosi, quando vogliamo mascherare l'insicurezza o cercare di prendere il sopravvento in una conversazione.
Perciò insieme con Barbara ho sentito l'esigenza di scrivere Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi?, appoggiandomi anche a discipline scientifiche quali la biologia evoluzionistica e la psicologia evoluzionistica, nonché a tecnologie mediche come la risonanza magnetica, che mostra i processi cerebrali in atto. Con il nostro solito stile, abbiamo strutturato il testo in modo che ogni parte possa essere consultata anche singolarmente e ci siamo concentrati soprattutto sui movimenti del corpo, sulle espressioni del viso e sulla gestualità, perché sono gli elementi più importanti da valutare durante gli incontri a quattr'occhi.
Questo testo vi aiuterà a riconoscere gli indizi e i segnali non verbali che vi vengono lanciati ma anche quelli che voi date al vostro interlocutore e a usarli per comunicare in modo efficace e indurre le reazioni che desiderate. Ci sarà sicuramente chi obietterà che lo studio del linguaggio corporeo è solo l'ennesimo tentativo di usare la scienza per dominare gli altri, carpirne pensieri e sentimenti segreti. A nostro parere, questo libro vi consentirà invece di comunicare in modo più efficace, di capire meglio il prossimo e, di conseguenza, voi stessi. Un birdwatcher non studia gli uccelli per cacciarli e portarseli a casa come trofei; analogamente, la conoscenza del linguaggio corporeo e la capacità di leggerlo trasformano ogni occasione d'incontro in un'esperienza affascinante.
Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi? frutto di trent'anni di studio e di esperienza sul campo vi fornirà il "vocabolario" essenziale per decodificare atteggiamenti e sentimenti altrui. Vi svelerà inoltre perché le persone agiscano talvolta in modo per voi assolutamente incomprensibile e modificherà radicalmente il vostro stesso comportamento."




e
studiate perché e' l'asino che tira il carretto. 

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