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sabato 9 gennaio 2021

Perché tendiamo a credere a notizie false?

Perché tendiamo a credere a notizie false?

 

Buongiorno a tutti, articolo 1005

1998,  il medico inglese Andrew Wakefield (insieme a 12 colleghi del Royal Free hospital di Londra) pubblicò sul Lancet, una delle più prestigiose riviste mediche del mondo, uno studio che segnalava un possibile legame tra autismo e vaccino trivalente per morbillo, parotite e rosolia ( Mmr).


Dai suoi risultati emergeva infatti il possibile legame tra vaccino trivalente e una nuova patologia, l’enterocolite autistica, disturbo caratterizzato da problemi gastrointestinali e disturbi cognitivi e comportamentali tipici dell’autismo. 

Nonostante la ricerca ammettesse chiaramente di non aver potuto individuare un nesso causale (spiegare cioè perché la vaccinazione provocasse la malattia), per Wakefield il gioco era fatto.

Durante una conferenza stampa il medico si lanciò pubblicamente all’attacco del vaccino trivalente, chiedendo che ne venisse sospeso l’utilizzo in attesa di nuove ricerche, e suggerendo di tornare a vaccinare singolarmente per ognuna delle tre patologie. È da lì ebbe inizio l’ondata di panico che investì prima l’Inghilterra, e poi il mondo. 

Peccato che, si scoprì qualche anno più tardi, i risultati fossero stati contraffatti ad arte, e per biechi motivi economici.

Il reporter investigativo Brian Deer con le sue indagini portò a galla una serie di verità sempre più scomode: innanzitutto, prima di pubblicare il suo studio nel ’98, Wakefield aveva registrato una richiesta di brevetto per un nuovo vaccino contro il morbillo, pensato proprio per contrastare i rischi gastrointestinali che sarebbero poi emersi dalla ricerca.

Il reporter arrivò a dimostrare che il medico aveva modificato i dati della ricerca, in modo che confermassero le sue ipotesi: tre dei bambini che nello studio venivano presentati come autistici non avevamo in realtà mai ricevuto una diagnosi e cinque avevano mostrato segni di disturbi neurologici già prima della somministrazione del vaccino.

Nel 2010, l’articolo fu definitivamente ritrattato dalla redazione della rivista e, conseguentemente, il medico inglese autore dell’articolo fu radiato dall'Ordine dei Medici. Nonostante ciò, la ricerca in questione ebbe una grandissima risonanza mediatica e fece abbassare drasticamente le percentuali di vaccinati in Europa, determinando la comparsa di migliaia di nuovi casi di morbillo, parotite e rosolia e loro complicanze, con pesanti ricadute sulla salute delle persone oltre che sociali ed economiche.“

Nel 1901, David Hänig pubblicò una ricerca  che ha cambiato per sempre la nostra comprensione del gusto.  La sua ricerca ha portato a quella che conosciamo come la "mappa dei sapori", 


un'illustrazione che divide la lingua in quattro zone distinte.

E' una credenza che viene insegnata in quasi tutte le scuole elementari,  nel 1974 fosse stata smentita da un articolo apparso sulla rivista Perception & Psychophysics, continuò ad essere creduta attendibile e a circolare.

Sin dalla sua invenzione,  la mappa dei sapori è stata pubblicata in libri di testo e riviste.  

L'unico problema di questa mappa è che è sbagliata. 

La mappa dei sapori è un comune falso mito,  qualcosa che in molti credono vero, ma che è in gran parte falso.  

Ora arriviamo alla domanda iniziale..... da dove arrivano i falsi miti come questi e cosa rende così facile crederci? 

Che la mappa dei sapori nasce con David Hänig  come parte della sua tesi all'Università di Lipsia è vero.  Hänig analizzò la sensibilità ai quattro gusti sulla lingua,  usando il saccarosio per il dolce,  la chinina per l'amaro,  l'acido cloridrico per l'acido  e il sale per il salato.  Usa questi stimoli per esaminare le differenze nelle soglie del gusto  su tutta la lingua.  Sperava di capire meglio i meccanismi fisiologici  che influenzano questi quattro gusti,  ed i risultati suggeriscono che la sensibilità a ogni gusto  varia per davvero nelle varie zone della lingua.  La percezione del dolce è massima sulla punta della lingua,  quella dell'amaro è maggiore sul fondo, quella del salato in quest'area  e quella dell'acido sui lati della lingua.  Ma Hänig fu attento a evidenziare  ogni gusto può essere percepito anche su tutto il resto della lingua  e che le aree identificate percepiscono variazioni d'intensità molto lievi. 

Come molti altri falsi miti,  la mappa dei sapori rappresenta un travisamento della fonte originale,  ma la natura del travisamento può variare.  

Alcuni falsi miti nascono dalla disinformazione,  informazioni false create appositamente per ingannare le persone.  

Ma molti falsi miti, inclusa la mappa dei sapori,  scaturiscono dalla cattiva informazione, informazioni false o fuorvianti  derivanti da inesattezze involontarie. 

La cattiva informazione nasce spesso dagli sbagli e dall'errore umano,  ma gli errori specifici che portano alla cattiva informazione  possono essere sorprendentemente vari.  

Nel caso della mappa dei sapori,  la tesi di Hänig era scritta in tedesco,  quindi, poteva essere capita solo da lettori che conoscevano bene il tedesco  e che conoscevano gli studi di Hänig.  

Questo diede il via a un gioco di telefono senza fili  che riscrisse la ricerca di Hänig ogni volta che se ne parlava con terzi.  Meno di un decennio dopo la sua tesi,  i giornali sostenevano erroneamente che degli  esperimenti cercavano che il dolce era impercettibile sul fondo della lingua. 

Il secondo colpevole della diffusione della mappa dei sapori  è rappresentato dalle immagini che il lavoro di Hänig ha ispirato.  

Nel 1912, una prima versione della mappa apparve in un articolo di giornale  che descriveva con cautela alcuni dei misteri  dietro la ricerca su gusto e olfatto.  Con delle chiare etichette sulla lingua, l'illustrazione dell'articolo  semplificò la ben più complessa rappresentazione originale di Hänig.  Varianti di questa immagine semplificata sono state inserite  spesso senza dare credito o senza riconoscere il lavoro di Hänig.  Alla fine questa immagine si è diffusa nei libri di testo e nelle scuole  come una presunta verità di come percepiamo il gusto. 

Ma forse il fattore che ha contribuito a più al fraintendimento  è la sua semplicità narrativa.  Per molti versi,  la mappa viene incontro al desiderio di avere spiegazioni chiare  sul mondo che ci circonda,  una qualità non sempre presente nel complicato campo della scienza.  

Vi faccio un esempio,  anche il numero di sapori che abbiamo è maggiore di quello che suggerisce Hänig.  L'umami, conosciuto anche come saporito, viene considerato ora come il quinto gusto  e molti discutono ancora sull'esistenza di gusti  come il grasso, l'alcalino, il metallico e l'acquatico. 

Una volta che sentiamo una bella storia,  può essere difficile cambiare il nostro modo di concepirla,  anche di fronte a nuove prove.  

Quindi?

La prossima volta che vedrete un grafico semplice o che leggerete un aneddoto sorprendente,  provate a mantenere del sano scetticismo, siate curiosi, andate a verificare, createvi un vostro pensiero.

Vi ricordo che uno dei più grandi problemi nella comunità scientifica è che chi si occupa di una materia dà per scontata la veridicità di ciò che viene detto e pubblicato dagli studiosi di un'altra materia.

E per questo articolo cambiamo il motto del blog: studiate,...perché la cattiva informazione  può lasciarvi l'amaro in ogni parte della bocca. 

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